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Cremona e le sue strade.Corso Pietro Vacchelli di Laura Bosio.

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Cremona e le sue strade.Corso Pietro Vacchelli di Laura Bosio.

Pietro Vacchelli, ministro e combattente Una strada che esisteva già nel XV secolo, anche se con nome diverso: stiamo parlando di corso Pietro Vacchelli, che da corso XX Settembre si allunga fino a Porta Romana. Essa fu via delle Case Nuove (Strata domorum novarum) nel 1405, e cambiò nome in Corso di Porta Margherita nel 1751. Nel 1861 divenne Contrada di Porta Romana, e infine assunse il suo attuale nome, corso Pietro Vacchelli, il 20 ottobre 1917. Pietro Vacchelli fu un personaggio importante della storia cremonese, tanto che un suo busto si trova collocato proprio sotto il porticato di Palazzo comunale. Possiamo leggere nella epigrafe: «Al senatore Pietro Vacchelli, già eternato nelle sue maggiori creazioni Banca Popolare e Canale Marzano i concittadini memori e riconoscenti – 4 novembre 1923».

Le opere Le sue grandi realizzazioni sono il canale Marzano (oggi canale Vacchelli), nato dall’esigenza di incrementare la quantità di acque irrigue nella nostra provincia, e l’istituto di credito Banca Popolare, che si rese necessario per favorire lo sviluppo dell’agricoltura cremonese. Nato il 21 aprile 1837 nella via che oggi porta il suo nome, studiò al liceo classico uscendone classificato nella prima classe, con eminenza. Frequentò quindi legge a Pavia, dove riuscì brillantemente a laurearsi, ma fu poi coinvolto nella guerra per l’Unità d’Italia.

In particolare nel 1859 combatté in Piemonte con il II reggimento dei Cacciatori delle Alpi, comandate da Giovanni Medici. L’anno dopo, seguì Giovanni Cadolini in Sicilia al seguito di Garibaldi, e fu nominato ufficiale. Attività politica e amministrativa Rientrato nella città natale, prese parte all’attività amministrativa della città, e fu eletto consigliere comunale nel 1963. L’anno dopo divenne invece consigliere provinciale. Per parecchie tornate amministrative viene nominato assessore comunale e facente funzione del sindaco di Cremona.

Il nome di Vacchelli venne più volte proposto per le elezioni svoltesi tra il 1870 e il 1874, ma egli decise di non partecipare alle competizioni elettorali, incitando gli elettori a concentrare i propri voti su altri candidati. La nomina di Mauro Macchi (deputato nel collegio di Cremona) a senatore provocò delle elezioni suppletive al collegio di Cremona, e il nome di Vacchelli venne riproposto. Su di lui puntava anche la neocostutuita Società costituzionale, fatto che provocò in Vacchelli il desiderio di chiarire che «vedendo che intende appoggiare la mia candidatura anche una associazione che trae il suo nome dalla destra parlamentare, devo a tutti dichiarare che mi considero candidato della sinistra costituzionale». Il pensiero Il pensiero politico di Vacchelli viene ben sintetizzato in una lettera indirizzata al Corriere Cremonese il 22 gennaio 1873, in cui egli indica «i difficili temi che la rappresentanza nazionale deve risolvere: per correggere i difetti della varia nostra legislazione unificatrice; per organizzarci militarmente così forti da essere parati da ogni evento; per sistemare la questione religiosa in modo da rispettare la libertà di ogni culto ma anche da impedire l’opera dissolvitrice di una casta nemica della nostra unità e delle nostre libere istituzioni; per prevenire la questione sociale col pacifico beneficio influsso del graduale soddisfacimento dei tanti bisogni che premono gli operai dei campi e delle officine».

I suoi programmi politici si rivelarono molto concreti nella campagna elettorale del 1880, quando espose la sua teoria sulla necessità di una riforma tributaria che ripartisse con equità gli oneri fra i cittadini, alleviando i meno abbienti. Vacchelli fu quindi eletto deputato alla Camera, e in questa veste ricoprì molteplici e importanti ruoli. Nel 1883 e 1884 fu segretario generale al ministero Industria, Commercio e Agricoltura (sotto il ministro Berti, governo Depetris). Successivamente fu ministro del Tesoro, dal 1898 al 1899, e ministro delle Finanze dal 1905 al 1906, sotto il Governo Fortis, che però restò in carica solo per pochi mesi. Come già detto, una delle cose per cui Cremona lo ricorda è la costituzione della Società Popolare di Mutuo Credito (oggi Banca Popolare), nel 1865, di cui divenne il primo presidente. Tale carica fu mantenuta fino al 1883, anno in cui costituì il Consorzio per l’incremento dell’irrigazione nel territorio cremonese.

Il Consorzio univa 59 Comuni della nostra provincia e fece costruire un canale che garantisse all’agricoltura locale le condizioni per una produttività adeguata al suo sviluppo zootecnico. Nacque così quello che oggi è noto come Canale Vacchelli. Di quest’ultimo Consorzio Vacchelli fu presidente fino al 1905. Vacchelli morì a Roma, dove si era da poco trasferito, nel 1913.

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