Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 04.10

Cremona Pianeta Migranti. Sabir, festival ponte tra le sponde del Mediterraneo

Associazioni, istituzioni, reti e movimenti internazionali tutti insieme a Matera dal 12 al 15 maggio per costruire un’alternativa alla politica dei muri

| Scritto da Redazione
Cremona Pianeta Migranti. Sabir, festival ponte tra le sponde del Mediterraneo

Cremona Pianeta Migranti. Sabir, un festival ponte tra le sponde del Mediterraneo

Associazioni, istituzioni, reti e movimenti internazionali tutti insieme a Matera dal 12 al 15 maggio per costruire un’alternativa alla politica dei muri e impedire che il Mediterraneo diventi sempre più un cimitero a cielo aperto.

 Sabir era il linguaggio coniato dalle persone che nei secoli passati si spostavano da una riva all’altra del Mediterraneo; un codice comune che permetteva loro di capirsi al di là delle lingue locali, di incontrarsi nelle attività commerciali e nello scambio tra culture e religioni.

Ora, Sabir è un festival che si ripete ogni anno in luoghi significativi per la storia e cultura del Mediterraneo. E’ uno spazio di riflessione e un’occasione per affrontare le tematiche della solidarietà e dei diritti umani, per riflettere su alternative possibili e pratiche innovative, in un comune dialogo tra analisi, esperienze e testimonianze.

E’ promosso da ARCI,  Caritas Italiana, ACLI e CGIL, con la collaborazione di ASGI e Carta di Roma; col patrocinio di Rai per il Sociale e la partnership di Rai Radio3, dell’agenzia di stampa DIRE, e col patrocinio della Regione Basilicata e del Comune di Matera.

Ha visto la partecipazione a Matera, di oltre mille persone e tante altre collegate online; la presenza  di  150 relatori, per 47 eventi: 25 convegni, presentazioni di libri, concerti, proiezioni di film, mostre e video-installazioni.

La presenza di rappresentanti della società civile delle due rive del Mediterraneo e di reti internazionali ha arricchito con diversi punti di vista il confronto, che ha avuto come denominatore comune una posizione non equidistante ma schierata dalla parte delle vittime e contro tutti gli oppressori. Anche nell’affrontare i temi della guerra in Ucraina e le altre crisi del pianeta, si è ribadita la centralità delle persone e dei loro diritti, a prescindere dalle rispettive nazionalità.

Tra i temi affrontati in questa ottava edizione: il rispetto dei diritti umani, l’emigrazione, le politiche di accoglienza, il lavoro dignitoso, le crisi umanitarie e le relative risposte che (non) sono arrivate dall’Europa.

A termine di tre giornate di intenso e ricco scambio è uscito il seguente comunicato:

“La guerra in Ucraina, i tanti conflitti in tutto il mondo, ci spingono ancora a promuovere legami tra le società civili del Mediterraneo per mettere in campo un’alternativa alla logica dei muri, dell’esternalizzazione delle frontiere, della violenza e della morte.

Molti paesi della sponda sud del Mediterraneo sono ormai luoghi dove i diritti umani, la vita stessa delle persone, sono calpestati da interessi privati e logiche egoistiche. L’UE, i governi, compreso quello italiano, devono promuovere vie legali e sicure che consentano l’accesso regolare in Europa anche e soprattutto ai migranti che cercano un lavoro.

Dal Festival Sabir a Matera lanciamo ancora una volta il nostro allarme: c’è  bisogno di cambiare rotta, di sostenere la società civile dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e condizionare aiuti e relazioni internazionali al rispetto dei diritti umani.

Serve introdurre vie d’accesso legali e sicure alle nostre frontiere, come è stato fatto per i profughi dell’Ucraina, senza distinzione di origini e nazionalità. Non possiamo e non vogliamo più assistere a ciò che accade al confine tra Polonia e Bielorussia, sulla rotta balcanica e nel Mediterraneo.

Vogliamo lavorare per contribuire a dar vita a una grande coalizione delle società civili del Mediterraneo che renda possibile un’altra Europa che senza un’alternativa rischia di sprofondare per le sue contraddizioni.

I promotori del Festival lanciano l’idea di una campagna comune per l’abolizione dell’art.12 del Testo unico sull’immigrazione sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un articolo di legge applicato quasi esclusivamente per criminalizzare organizzazioni che si occupano di solidarietà e diritti dei migranti e non per perseguire i trafficanti”.

 

 

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