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Debiti degli Italiani…Fatti da Chi?

Gli impegni sottoscritti nel 2012 dal governo Monti fanno felice Draghi, garante del pagamento degli interessi degli italiani. Un po’ meno felici gli italiani.

| Scritto da Redazione
Debiti degli Italiani…Fatti da Chi?

NEL 1978 Sarebbe stata la Banca Centrale, esclusiva monopolista della moneta, a fissare il tasso di interesse; a bloccare l’espansione del deficit negativo, quello per interessi. Ed è quello che dobbiamo chiedere a gran voce, subito. Inutile chiederlo alla Bce. Dal 1946 al 1981 il tasso reale di interesse è stato di -1,5%; dopo, circa 4%. Vogliamo tornare al denaro sudato con il lavoro e  garantito dall’ingegno e non dalla pura speculazione. Il tasso naturale di interesse è zero.

CHI CI HA GUADAGNATO I 620 miliardi rubati agli italiani sono andati per il 43% all’estero (quasi tutte banche estere), quindi circa 250 miliardi sono espatriati; il 3,7% alla Banca d’Italia; il 26,8% ad istituzioni finanziarie (banche, assicurazioni) italiane; il 13% (circa 80 miliardi) sono tornati direttamente nella disponibilità di privati cittadini italiani, ovviamente per lo più delle classi medio-alte.

VERO FURTO Siamo abituati ad ascoltare parole come “la corruzione ci costa 60 miliardi”, “l’evasione fiscale ci costa 120 miliardi”. In realtà per quanto disdicevoli e da perseguitare legalmente, queste voci (i cui importi sono poi da verificare) rappresentano una partita di giro interna con vinti e vincitori. I 620 miliardi di avanzo di bilancio 1992-2012 sono invece una precisa scelta politica: sono soldi sottratti veramente ai cittadini e scomparsi dalla circolazione dell’economia vera per garantire alla grande finanza.

Aver trasformato il debito pubblico da puro dato contabile a cappio reale attorno al collo della società italiana è la più grande responsabilità della classe politica dell’ultimo trentennio. Nessuno, però, sta chiedendo scusa. A tal proposito val la pena di citare le parole dell’ex ministro del governo Prodi, Tommaso Padoa Schioppa, riportate dal Corriere della Sera nel 2003: “Nell’Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere“. Sì, è stato un ministro del “centrosinistra”: ecco perché non vincono mai.

FUTURO Gli impegni sottoscritti nel 2012 dal governo Monti fanno felice Draghi, garante del pagamento degli interessi degli italiani. Un po’ meno felici gli italiani. Con il pareggio di bilancio in Costituzione i circa 30 miliardi annui fin qui pagati dagli italiani saliranno a circa 90 (per coprire del tutto la spesa per interessi), con il Fiscal Compact dal 2015 si salirà a circa 140 (per abbattere il debito…). Con l’Iva al 23%, l’inflazione al 2%, una trentina di miliardi di tagli e altrettanti di dismissioni del patrimonio pubblico, ce la si fa. Se poi si è poveri, chi se ne frega.

 

*Nel 1992 gli italiani hanno pagato 14,5 miliardi di euro più di quanto lo Stato abbia speso per servizi. C’era il governo Amato, la super-finanziaria, della Dc e del Psi e Tangentopoli, tutte insieme. Tutte insieme soprattutto al cambio semi-fisso al quale era stata costretta da anni la lira: insostenibile. Così, indossando vestiti inappropriati, iniziano le crisi finanziarie moderne. Anzi: vengono fatte iniziare.

Poi, nel 1993, la cifra è salita a 21,5 miliardi, con Ciampi e nel 1994, con il primo governo Berlusconi e la Seconda Repubblichetta 20,1 miliardi, quindi di seguito, quasi 40 miliardi nel 1995 con l’altro tecnico Lambertow Dini, addirittura 46 l’anno successivo con l’Ulivo di Prodi, per arrivare alla batosta del 1997: c’era da entrare in Europa coi conti in ordine, e gli italiani pagarono 69 miliardi di euro più di quanto lo Stato avesse loro concesso con i servizi (strade, sanità, scuole, giustizia, ordine pubblico, finanziamenti alle imprese, pensioni…).

Ma non bastava: 1998, arriva l’ex comunista D’Alema e mentre si bombarda la Serbia di nuovo 55,6 miliardi a vantaggio dello Stato, nel1999 torna Amato e si supera, altri 55 miliardi, quindi nel 2000, sospinti dall’ultimo boom della new economy negli Stati Uniti, altri 65,5 miliardi che dal settore privato nazionale entrano nelle tasche dello Stato. L’ultimo anno della lira vede ancora 40 miliardi scomparsi dai portafogli di operai, imprenditori e studenti e finire nelle casse pubbliche, sotto gli occhi del Dottor Sottilissimo, mister 31 mila euro al mese di pensione, l’Amato.

Arriva l’euro, e i vincoli con i quali l’Italia viene soggiogata continuano: gli italiani si ritengono sporchi, brutti e cattivi, non ancora Maiali, e quindi la tosatura continua: 35 miliardi “del nuovo conio” nel 2002, 21,4 nel 2003,16,7 nel 2004, 4,3 nel 2005, il tutto sotto la regia di Silvio II da Arcore. Nel 2006 torna Romano II da Bologna, e il ritmo riaumenta, perché, è incredibile, il centrosinistra è più finanziarizzato del centrodestra: 19,3miliardi nel 2006, ben 54 nel 2007, fino a 37,7 nel 2008, quando, con Silvio III, il mondo cambia (non per merito o colpa sua, ma qualcosa accade dalle parti di una strada chiamata Wall, a New York).

Il mondo cambia e per la prima volta dal 1992 il governo Silvio III-Tremonti deve allentare la morsa: difatti nel 2009 è lo Stato che concede una piccola mancia, pari a 11,8 miliardi; praticamente si fa pari e patta l’anno successivo (356 milioni dallo Stato a favore dei cittadini), per poi, con l’avvento dell’Austerità nuda e cruda che Silvio III non riusciva ad imporre ad un Parlamento sgangherato, corrotto (ladri di polli) e tramortito dai referendum del giugno 2011, tornare a menare duro su una economia nazionale in Grande Recessione: altri 15,6 miliardi di euro nel 2011, ben 44,9 previsti nel 2012 e addirittura a crescere, 63,8nel 2013 e record dei record, 71,8 nel 2014. Professor Monti, record dei record: l’ultima tosatura, per restare Nudi&Vegeti.

Se tutti questi numeri vi hanno annoiato, sappiate che si tratta del “Saldo Primario” dello Stato italiano dal 1992 al 2012, e la somma complessiva è di circa 620 miliardi di euro (escluse le previsioni future: si arriverebbe a 750 circa).

miguel1947@libero.it

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