Venerdì, 17 maggio 2024 - ore 12.01

Di la tua su "Cremona City Hub"| Luci

| Scritto da Redazione
Di la tua su

La Verifica Regionale del Programma Integrato di Intervento denominato "Cremona City Hub"
Il 5 dicembre 2012 è stata avviata la procedura di Verifica Regionale del Programma Integrato di Intervento denominato “Cremona City Hub”. Qualcuno ricorderà la farsa iniziale di questo progetto, quando furono raccolte dall'Amministrazione Comunale le proposte di molti cittadini (e associazioni, categorie professionali ecc…) che pensavano, in buona fede, di poter “partecipare” alla costruzione di un nuovo quartiere partendo dalle esigenze più sentite. Con un bene-grazie-adesso-fatevi-da-parte le osservazioni sono state subito accantonate e il progetto ha preso un’altra via, quello della cementificazione. Per giustificare ciò è bastato applicare la “neolingua” urbanistica: “Fra le principali risorse umane, una delle più controverse è costituita dall’elevata densità residenziale, la sola in grado di permettere aree verdi e servizi, ma soprattutto trasporti pubblici efficienti alla scala urbana. Densità elevate, purché opportunamente pianificate, possono contribuire notevolmente a ridurre la cosiddetta “impronta ecologica” delle città: minor consumo di territorio; minori investimenti nei trasporti pubblici, nelle reti fognarie ed elettriche, ecc…; contenimento delle sedi stradali con conseguente riduzione delle macchine private”.
La riduzione dell’impronta ecologica cioè si attua cementificando con densità elevate: si confondono volutamente diversi temi, quale ad esempio la salvaguardia del territorio non edificato, per avvalorare l’obiettivo finale, cioè quello “costruttivo”, a scapito di quello “ambientale”. Il verde pubblico sarà in percentuale ridicola, confinato in aiuole intorno alle rotatorie stradali e davanti all’entrata del nuovo stadio:
-con qualche macchia alberata in quella che viene definita piazza, in realtà un’area con una palazzina centrale (ad uso privato), ai lati edifici destinati al commercio e una strada che attraversa trasversalmente la piazza stessa.
-In compenso tutti i 163 tigli oggi esistenti verranno tagliati. La scarsissima attenzione che è stata rivolta ai pedoni, ai ciclisti e in genere a un ambiente urbano meno soffocante la si nota dalla pista ciclabile che passa dalla nuova piazza e termina infrangendosi contro un edificio (tratteggio giallo):
-del resto, non ci sarebbe alternativa, il comparto sud è chiuso dall’autosilo (a pagamento) di quattro piani e non si può accedere alla parte nord del comparto. Si può notare però la nuova pista ciclabile di via Mantova (fuori dal PII), un oscuro oggetto del desiderio del quale non esiste nemmeno il progetto, figuriamoci i soldi…
A questo incubo urbanistico non poteva mancare la “torre”, un edificio di 42,7 metri di altezza, che nel profilo altimetrico viene messo un po’ defilato per farlo notare poco,
mentre nella visuale complessiva viene addirittura “velato”, non si sai mai che qualcuno si accorga dell'assurdità.
 
C’è tempo fino al 19 gennaio per inviare le osservazioni in Regione
http://www.cartografia.regione.lombardi ... aggreg=REG

Noi lo faremo, comunque consapevoli della inutilità del gesto: a Cremona, infatti, è passato tutto sotto il silenzio, nessun approfondimento, nessuna critica, nessuna alternativa, la “politica” si è dimostrata ancora una volta assente (viene da chiedersi se i consiglieri comunali conoscano il progetto), per cui è probabile che quello in Regione sia solo un passaggio burocratico. Il problema è che se passa questa colata cementizia la qualità della vita, in precipitosa discesa negli ultimi anni, non potrà che peggiorare: questo progetto è nato vecchio di decenni, altre città europee vanno in direzione contraria ma qui qualcuno è ancora convinto che per diventare una grande città sia necessario edificare ad oltranza, con anche una “torre” definita come segnale urbano di riferimento sia per la città che per il territorio che si apre alla campagna padana. Questa definizione non è casuale, infatti, il Torrazzo in questo progetto non viene mai citato, per scimmiottare i vecchi interventi urbanistici delle grandi città è stato necessario dimenticare la storia e il tessuto urbano di Cremona.

LUCI  Laboratorio Urbano di Civica Iniziativa
www.lucicremona.it


Michele de Crecchio in una intervista rilasciata a Laura Bosio per il settimanale "Il Piccolo"..
Afferma De Crecchio:
«Non dovremmo pensare alla città come un continuo edificato, ma come un ambiente strutturato di vuoti e di pieni: l'ambiente urbano si realizza anche lasciando respirare la città, non soffocandola».E per di più...«Nel progetto presentato il verde è un grande assente. Le sole aree inedificate sono quelle che corrispondono al corso coperto del Cavo Cerca. Secondo me andrebbe invece migliorata l'area verde del parcheggio del Foro Boario, e si dovrebbero lasciare delle "pause" intorno allo Stadio Zini, come di fatto accade già oggi, anche se in maniera poco curata».I progettisti si uniformano al bando. Infatti: «La colpa non è del progettista, quanto della volontà dell'amministrazione, che si estrinseca nelle prescrizioni elencate nel bando di concorso. La scelta urbanistica è una responsabilità di tipo politico, non tecnico. L'effetto che ne esce è quello, di una massiccia crosta che si sovrappone a un tessuto che abbisognava invece di un recupero più delicato.
Michele De Crecchio: la colata di cemento e guai ulteriori per i commercianti
Spiace pensare che in questo modo si distrugge un pezzo importante di città pubblica, fatto di spazi ad uso di tutti che in passato la nostra città era riuscita a costruirsi, e che era chiamato appunto Zona Annonaria. Nei primi anni '50 qui sorgevano il Foro Boario, il macello, i magazzini e il mercato ortofruthticolo. Era un vero e proprio punto di incontro tra la campagna agricola e la città. Oggi naturalmente ha perso quel ruolo, ma tuttavia il riuso ditali spazi non viene impostato nel modo migliore»Per mantenere il senso: «E' necessario ridurre drasticamente le cubature edificabili della zona, con conseguente riduzione della densità edilizia. Accanto a questo, si dovrebbe effettuare un recupero ambientale del Cavo Cerca, e non solo con poche "finestre" che permettano di vedere l'acqua, come vorrebbe il progetto: ci vorrebbe una riproposizione complessiva del ruolo che tale corso d'acqua aveva nel paesaggio urbano.
Può invece essere interessante a proposta di ristrutturazione dello stadio per un uso in termini polifunzionali. Tuttavia, anche questo mi pare sovradimensionato rispetto alle possibilità economiche e soprattutto alle richieste della città.
Non credo, infatti, che sia il caso di realizzare un nuovo polo commerciale, in quanto ci troviamo già in una situazione critica, con un centro storico caratterizzato da un commercio anemico, che già ha subito pesanti contraccolpi».In effetti tutta la gestione pubblica con le modalità imposte di progettisti di Cremona Hub, osserva Il Vascello" risente di scopiazzature che sono più che evidenti nella zona stadio. Si pensi cosa è avvenuto intorno al nuovo stadio della Juventus ( il servizio de Il Vascello si legge qui). Alla lunga i commercianti che combattono la battaglia per corso Garibaldi e per rivitalizzare il centro, si troveranno di fronte a un nuovo spazio commerciale nella zona dello stadio
Conclude De Crecchio:« Ancora una volta lo strumento dei concorsi non produce effetti positivi per la città. Pensando ai numerosi concorsi indetti in passato - dalla riqualificazione di piazza Marconi alla zona della Stazione, all'area della caserma dei Vigili del Fuoco - ricordiamo che non hanno lasciato traccia in città, e hanno determinato solo confusione e ritardi nell'approntamento delle soluzioni più ragionevoli. Forse i progettisti si pongono con uno spirito di emulazione di altre realtà cittadine, riproponendo per Cremona soluzioni prese altrove senza pensare ad approfondire la specificità di una città come la nostra, che si rivela modesta nelle sue pretese.

 

1152 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria