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Dieci motivi per tornare in GaliziaDieci motivi per tornare in Galizia

| Scritto da Redazione
Dieci motivi per tornare in GaliziaDieci motivi per tornare in Galizia

Dieci motivi per tornare in Galizia
Scritto da Serena
Da poco più di un mese che sono tornata in Italia e dopo sette mesi in Galicia è inutile dire che lì ho lasciato il mio cuore.
Sono partita ad aprile grazie ad un progetto di volontariato europeo il cui servizio consisteva nell’aiutare i gestori degli alberghi dei pellegrini situati nell’ultima parte del Cammino francese in occasione del anno dello Xacobeo. Il nostro compito era quello di dare informazioni, aiutare i pellegrini, raccogliere le loro storie, scattare foto che immortalassero le loro emozioni, interviste, video…c’era poi anche la parte di manovalanza, come compilare le schede degli arrivi, registrare le centinaia di pellegrini giornalieri, trovare cuscini e coperte, rispondere alle domande, ascoltare le proteste, e organizzare i gruppi.
Mi è già capitato di viaggiare, vivere uno o più mesi in un’altra città straniera ma non mi era mai successo di innamorarmi così di un luogo…
Ho pensato spesso, in questi mesi, a cosa mi abbia catturato in questo modo… a cosa abbia trovato lì che non ho trovato in altri luoghi. L’unica risposta che sono riuscita a trovare è che la Galicia è magica… e la magia non si può spiegare, ci si deve solo lasciarsi incantare.
Sarà stato tutto il contesto dell’esperienza stupenda, dell’estate incredibilmente arida, del lavoro o delle persone…beh, sta di fatto, che ho quasi paura di tornarci per infrangere questo stupendo intreccio di sensazioni, come quando guardi un film bellissimo per la seconda volta e non lo trovi più così speciale.
Ho deciso, quindi, di stilare una “TOP TEN” delle cose incredibili che mi hanno catturato il cuore in modo da superare il timore dello shock del film deludente e ripassare mentalmente le cose che c’erano lì e che non trovo qui. E così, ripassando al numero 10, mi sono ricordata perché devo tornare!
1- Al primo posto metterei la gente galiziana che è stata davvero ospitale con me. Mi manca questa gentilezza disinteressata, quest’allegria, questo godersi la vita nelle piccole cose… l’ottimismo del maloserà (tipica espessione galiziana) di una la gente tranquilla, sorridente, chiacchierona, apparentemente impicciona, ma sicuramente calda, umana, viva e ben disposta verso tutti.
2- Al secondo posto c’è Santiago: la città spirituale, magica, interculturale, la città più piovosa di Spagna.. ma anche la città dove la pioggia è arte…
Il mio angolo preferito: la facciata della cattedrale vista dalla piazza Plateria di notte, con la pioggia… anche dopo sette mesi mi fermavo a guardare a bocca aperta questa bellezza talmente maestosa che ti faceva quasi paura, paragonabile a quei fenomeni  naturali sublimi e incontrollabili. Spesso, me ne stavo piccola piccola sotto questa facciata grande e pensavo ai credenti del Medioevo che identificavano l’onnipotenza di Dio con queste strutture gigantesche e quasi riuscivo a palpare la loro angoscia dell’umanità finita versus l’eterno.
3- Il rumore dei bastoni dei pellegrini, tic toc tic toc, che ascoltavo dalla mia stanza di mattina presto, alle sei, alle otto…di notte!… e il Cammino: un patrimonio inestimabile, un’esperienza fatta di mille esperienze che ogni persona lungo tutti questi km ascolta, condivide ed inevitabilmente assimila e fa propria. Il cammino è l’emblema dell’interculturalità, dello scambio, ma anche dei valori: nel cammino la gente si saluta anche se non si conosce, si cucina assieme, si comunica anche se non si parla la stessa lingue. E’ come la vita quotidiana, è come il mondo.. ci trovi ogni sorta di persona e di problema e di situazione.. solo che lì, tutto assume, un’altra dimensione.
4- Il cibo: credo che sia  l’aspetto principale della vita dei galiziani, proprio come per noi italiani. I 4 kg che ho preso in Galizia sono la prova più emblematica della mia ammirazione per tutte le delizie che ho assaggiato e riprovato in questi mesi.
I miei preferiti: il classico pulpo a feira, l’empanada de bacalao con uvetta, il pesce fresco, la vieira, le churrascadas in compagnia, i pimientos de padrón, magari bagnati da un fantastico Albariño e da un buon licor cafè.
5- Il blu dell’oceano e il bianco della spuma delle grandi onde, le spiagge bianche di Carnota, i panorami dell’ Islas Cies…
6- La musica gallega: la Gaita e le percussioni…il gaitero sotto l’arco che si apre a Plaza Obradoiro, i concerti di musica folk della Casas da Crechas.
7- Il monte di Santa Tecra con il suo castro situato alla sommità dell’estuario del fiume Miño: a pochi metri c’è  il Portogallo: lì in cima guardavo il fiume unirsi con l’oceano e i miei occhi esterrefatti facevano scorta di colori e luce.
E il castro di Baroña, le sue rocce, le sue spiagge immaginando le famiglie pre-romane che vivevano lì con le loro voci intorno al focolaio e il loro bestiame.
8- Le numerosissime feste popolari: quasi ogni giorno c’è una festa dedicata all’esaltazione di una particolare pietanza, di un evento o di una stagione. Quello che mi ha sorpreso era la partecipazione di tutti, a partire dei bimbi fino agli anziani compresi gli adulti anche quando devevano lavorare il giorno dopo.
E le tradizioni, le leggende, le streghe!
9- Ourense con il suo ponte romano e il Canion del Sil,  i monasteri che lo circondano, la pace e il senso di infinito.. se un Dio esiste davvero, credo che viva lì.
10- …e per ultimo, rullo di tamburi: la ragione per tornare! La spiaggia delle cattedrali che non sono riuscita a visitare ma che, dalle foto e dai racconti di chi ci è stato, hanno alimentato la mia voglia di vedere questo spettacolo naturale che ha dell’incredibile.
Si, al decimo posto c’è la porta aperta

fonte: http://www.italianiingalizia.it/2010/12/dieci-motivi-tornare-galizia/#more-2704

 

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