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E’ il cognome che conta|RAR

| Scritto da Redazione
E’ il cognome che conta|RAR

La candidatura di Marina è la confessione di inettitudine  dell'intera classe dirigente del PdL; dopo Berlusconi non c'è nessuno all'altezza di mantenere i consensi, nè di elaborare programmi, neppure "ad personam".

Dopo Berlusconi il diluvio incontenibile dei suffragi, carpiti con promesse mai mantenute.

La sola occasione possibile è il mantenimento di Berlusconi al potere decisionale, sia pura da dietro le quinte.

Così emerge Marina non per sue nascoste capacità, non per riconosciuta leadership, ma solamente per ritrovarsi ad essere la sola che potrebbe indossare il cognome Berlusconi, inteso come viatico di riconoscimenti che si traduce in consensi elettorali.

Marina dovrà parlare in pubblico, descrivere progetti allettanti, come fece suo padre a l'Aquila e poi a Lampedusa, e poi ancora ovunque,  il tutto senza sganasciarsi dal ridere; dovrà essere convincente nell'elencare i meriti dei governi paterni, senza arrossire di vergogna;  avrà l’onere di giustificare la grande generosità del genitore, riservata, però, alle escort  disponibili; dovrà essere capace di esaltare i valori della famiglia, lasciando perdere ogni pudore; dovrà anche esibire un forte legame con la Chiesa cattolica, dimenticando che oggi c'è Papa Francesco e non Ben/16.

Tutto e il contrario di tutto, con una maschera di bronzo inespressiva sul volto  e una voice modulata  che chiede l'applauso.

L'ex cavaliere sarà dietro le quinte, in attesa della grazia, o di una amnistia, o di un condono, o di qualche prescrizione anticipata dal governo presieduto da Gianni Letta ma rappresentato dall'obbediente Enrico Letta.
Rosario Amico Roxas

2013-08-06

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