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'Enzo Tortora, una ferita italiana'.Un film da vedere per non dimenticare | S.Ravelli

Alla presentazione sarà presente il regista Ambrogio Crespi. Si tratta di un film-documento drammatico e coinvolgente

| Scritto da Redazione
'Enzo Tortora, una ferita italiana'.Un film da vedere per non dimenticare | S.Ravelli

Giovedi alle 21 presso il cinema Chaplin sarà proiettato il film “Enzo Tortora, una ferita italiana”. Alla presentazione sarà presente il regista Ambrogio Crespi. Si tratta di un film-documento drammatico e coinvolgente. Da vedere, per non dimenticare.

Di questa vicenda sappiamo molto, quasi tutto.Tortora, accusato di reati gravissimi e infamanti (spaccio, detenzione, uso di sostanze stupefacenti, affiliazione alla camorra), viene arrestato nel giugno del 1983 e inizia un lungo calvario che lo conduce a prematura morte. Manca, tuttavia, a tanti anni da quei fatti, la risposta alla domanda principale: “perché?”. Alla ricerca di una soddisfacente risposta, si affonda in uno dei periodi più oscuri e melmosi dell'Italia di questi anni: la ricostruzione post-terremoto, il rapimento dell'assessore all'urbanistica della Regione Campania, il democristiano Ciro Cirillo, da parte delle Brigate Rosse e la conseguente, vera, trattativa tra Stato, terroristi e camorra di Raffaele Cutolo.

Questo il contesto. Ma quali sono i fili che legano Tortora, Cirillo, la camorra, la ricostruzione post-terremoto? A legare il riscatto per Cirillo raccolto dai costruttori, compensati poi con gli appalti e la vicenda Tortora è la denuncia, anni fa, della Direzione antimafia di Salerno: contro Tortora erano stati utilizzati “pentiti a orologeria”, per distogliere l'attenzione della pubblica opinione dal gran verminaio della ricostruzione del caso Cirillo, e la spaventosa guerra di camorra che ogni giorno registra uno, due, tre morti ammazzati tra cutoliani e anti-cutoliani. Fino a quando non si decide che bisogna regire, fare qualcosa, occorre dare un segnale. E' in questo contesto che nasce “il venerdì nero della camorra”, che in realtà si rivelerà il “venerdì nero della giustizia”: 850 mandati di cattura, e tra loro decine di arrestati colpevoli di omonimia, di errori di persona. Nel solo primo grado gli assolti sono ben 104. Documenti ufficiali, non congetture.

Nel ripercorrere i termini di una questione che ancora “brucia” cominciamo col dire che Tortora era un uomo perbene, vittima di un mostruoso errore giudiziario; che il suo arresto costituisce per la magistratura e il giornalismo italiano una delle pagine più nere e vergognose della loro storia. “Cinico mercante di morte”, lo definisce il pubblico ministero Diego Marmo. Su che prove? Nessuna. Tortora è stato accusato di essersi appropriato di fondi destinati ai terremotati dell'Irpinia. Su che prove? Nessuna. Nessuno dei “pentiti” che ha accusato Tortora è stato chiamato a rispondere delle sue calunnie. I magistrati dell'inchiesta hanno tutti fatto carriera. Enzo Tortora – presidente del Partito Radicale, il primo parlamentare europeo che ha avuto il coraggio di dimettersi per sottoporsi alla giustizia italiana - da quella vicenda non si è mai completamente ripreso. Stroncato da un tumore ha voluto essere sepolto con una copia della “Storia della colonna infame”, di Alessandro Manzoni. Sulla sua tomba un'epigrafe, dettata da Leonardo Sciascia: “Che non sia un'illusione”.

Cremona, 9.12.2014

Sergio Ravelli (Cremona) 

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