Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 15.45

Filiera agroalimentare bresciana: le produzioni tengono ma il reddito precipita

| Scritto da Redazione
Filiera agroalimentare bresciana: le produzioni tengono ma il reddito precipita

Una perdita di fatturato di oltre 130 milioni di euro: è l’effetto della chiusura per un intero mese degli oltre 7mila tra ristoranti, bar e pizzerie situati in provincia di Brescia. E’ quanto stima Coldiretti sulle conseguenze del lockdown, legato all’emanazione del nuovo DPCM, per la filiera agroalimentare bresciana.

Una situazione drammatica, che si riscontra anche nello scenario lombardo e nazionale. Sono infatti oltre 330 mila i servizi di ristoro nazionali, di cui 51 mila lombardi, a cui si aggiungono oltre 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si parla di 9,6 miliardi di perdite a livello nazionale.

Alleanza con la ristorazione

Questa dolorosa fotografia è fortemente e indissolubilmente legata alla filiera agroalimentare bresciana. “Le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato”, precisa Ettore Prandini Presidente di Coldiretti Brescia e nazionale, nel sottolineare l’assoluta necessità di interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti, al fine di incentivare l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy.

Coldiretti si fa quindi promotore di una grande nuova alleanza tra il mondo dell’agroalimentare e il settore della ristorazione: “è un piacere accogliere l’invito di Coldiretti Brescia – precisa Roberto Calugi, direttore generale di Fi.Pe. – che guarda a una collaborazione reale tra il mondo della ristorazione e la filiera agroalimentare bresciana, generando iniziative di grande rilevanza per l’economia del territorio. La visione di filiera deve essere prioritaria, nell’interesse di tutti i settori coinvolti e Coldiretti si è dimostrata, come sempre, un passo avanti nella concreta considerazione di questa necessità”.

Annata Agraria 2019/2020: i dati

A monte di tutto questo, c’è l’agricoltura bresciana, che attraversa un periodo altrettanto complesso, condizionato dal calo dei consumi in tutte le filiere di riferimento. “Le difficoltà di mercato – precisa Mauro Belloli, vicedirettore di Coldiretti Brescia - hanno interessato molti comparti produttivi. Da quelli direttamente coinvolti dal primo lockdown, come agriturismo e florovivaismo, ai settori colpiti dal contraccolpo delle limitazioni al canale Ho.Re.Ca, fino all’onda lunga dell’assenza di turismo e delle difficoltà economiche dei consumatori. Il tutto, in un contesto produttivo che “tiene”, grazie alle capacità e all’impegno degli imprenditori agricoli bresciani”.

Guardando i dati dell’Annata Agraria 2019/2020, si conferma la leadership bresciana nel comparto latte. A livello provinciale, la produzione ha superato il 12% del latte italiano e in valore assoluto si attesta oltre i 15 milioni di quintali. Tuttavia, in tema di prezzo alla stalla, si conferma la “pericolosa” discesa della media inferiore ai 38 cents/litro. Nel comparto suinicolo - che a Brescia conta circa 1 milione e 400 mila suini allevati - dopo l’impressionante flessione delle quotazioni primaverili e la leggera ripresa dei mesi estivi, tornano a preoccupare i prezzi di ottobre 2020, per effetto della chiusura dei mercati cinesi alle carni tedesche (causa peste suina). Analogo l’andamento dei suinetti italiani, mentre si conferma il calo delle scrofe allevate. L’analisi del settore florovivaistico si concentra gioco forza sui mesi primaverili: il lockdown in un momento chiave per il fatturato di queste aziende ha provocato una perdita media del 60-70%. La viticoltura, che a Brescia vale 73 milioni di euro, per un valore potenziale in cantina di 419 milioni di euro, si trova purtroppo di fronte a un nuovo blocco della ristorazione, e all’incertezza del fatturato natalizio.

Azioni per la filiera agroalimentare bresciana

“L’annata agraria è stata inevitabilmente segnata dal covid e dai suoi effetti economici – interviene Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi -. Regione Lombardia è intervenuta subito con 20 milioni di euro per aziende agrituristiche, florovivaismo e allevamenti di vitelli. Entro fine anno, ogni impresa di queste tre filiere riceverà sul conto corrente 6.500 euro a fondo perduto, e dalla provincia di Brescia sono arrivate 663 richieste. Ora è il momento della rapidità e della burocrazia zero, per sostenere l’agroalimentare, uno dei comparti più rilevanti dell’economia italiana”.

In tema di sburocratizzazione, si sofferma in chiusura anche il presidente Ettore Prandini: “Brescia ha delle potenzialità straordinarie, rappresenta tutti i settori produttivi  si può fare molto di più per accrescere filiere ed economie locali. Oggi viviamo una situazione negativa,  il primo ragionamento va fatto nei confronti dei cittadini invogliandoli anche in vista del periodo natalizio, a sostenere i consumi di prodotti locali. Al modo istituzionale invece chiediamo di continuare il percorso di sburocratizzazione delle imprese per garantire un facile accesso alle misure messe in campo”.

Gli agricoltori e gli operatori del sistema agroalimentare italiano hanno avuto, e tuttora hanno, il compito delicato di garantire il cibo sulle tavole degli italiani, ma tutte le filiere hanno subito danni importanti. Oggi più che mai Coldiretti si conferma in prima linea per rappresentare il mondo agricolo, per difendere il reddito delle imprese e per ottenere misure di accompagnamento e di indennizzo dei danni.

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