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Gestire la qualità dell’aria in Europa: 944 piani approvati dal 2014 al 2020

EEA: traffico stradale e riscaldamento domestico sono alla base delle violazioni degli standard di qualità dell'aria Ue

| Scritto da Redazione
Gestire la qualità dell’aria in Europa: 944 piani approvati dal 2014 al 2020

Le autorità degli Stati membri dell’Unione europea sono tenute a predisporre piani per la qualità dell’aria per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle aree in cui gli standard di qualità dell’aria dell’Ue vengono superati (come nella pianura Padana e in gran parte dei capoluoghi di provincia italiani), per proteggere la salute pubblica e gli ecosistemi. La maggior parte dei piani per la qualità dell’aria si concentra sulla riduzione dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato PM10.

Il briefing “Managing air quality in Europe” pubblicato oggi dall’European Environment Agency (EEA), ha contato 944 piani per la qualità dell’aria segnalati all’Agenzia nel periodo dal 2014 al 2020, dai quali emerge che «Le violazioni dei limiti di qualità dell’aria dell’Ue per il biossido di azoto in tutta Europa erano dovute principalmente al traffico stradale, mentre il riscaldamento domestico è alla base della maggior parte dei superamenti per il particolato».

Scendendo nei dettagli, il briefing EEA evidenzia che «Dal 2014 al 2020, poco meno dei due terzi di tutti i superamenti degli standard di qualità dell’aria segnalati sono stati legati alla densità del traffico nei centri urbani e alla vicinanza alle strade principali, soprattutto a causa delle emissioni di ossidi di azoto (NOx)».

Il traffico stradale è stato una delle principali fonti di inquinamento atmosferico nell’Europa occidentale e settentrionale, e in Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito è stata segnalato come tradale come unica fonte di superamento.

Invece nell’Europa meridionale e orientale la fonte più importante di inquinamento dell’aria è stato il riscaldamento domestico, che ha determinato il superamento degli standard per il PM10. I paesi che hanno segnalato il riscaldamento domestico come un importante fattore di superamento ci sono Italia, Croazia, Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.

L’industria locale rappresenta il 10% dei superamenti segnalati in tutta Europa ed ha una particolare incidenza (Tra il 50 e il 20%) in Belgio, Lettonia, Polonia e Francia.

Superamenti degli standard dell’ozono sono stati segnalati da Italia, Francia e Spagna e sono stati legati ai trasporti nelle aree urbane e rurali.

L’EEA spiega che «In termini di misure messe in atto per ridurre le emissioni nell’ambito dei piani per la qualità dell’aria, due terzi si sono concentrati sulla riduzione delle emissioni di NOx dal settore dei trasporti, mentre solo il 12% si è concentrato sul riscaldamento domestico e il 4% sul settore agricolo, questi ultimi due importanti fonti di particolato».

Il rapporto EEA “Air quality in Europe 2021” aveva già confermato che nel 2019 l’inquinamento atmosferico aveva causato nell’Ue 307.000 decessi prematuri attribuiti al particolato fine e 40.400 all’NO2.

Nell’ambito del  Piano d’azione per l’inquinamento zero dell’European Green Deal, la Commissione europea ha fissato l’ obiettivo di ridurre entro il 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005 il numero di morti premature  causate dal PM2.5 e per farlo si è impegnata a rivedere le politiche per la riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici alla fonte, come ad esempio il trasporto su strada e gli edifici. Inoltre, la Commissione sta rivedendo le  direttive sulla qualità dell’aria ambiente per allineare più strettamente   gli standard di qualità dell’aria dell’Ue ai nuovi orientamenti sulla qualità dell’aria pubblicati a settembre 2021 dall’Organizzazione mondiale della sanità. 

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