Signor direttore, amo lo sport e in particolare il calcio. Non ho mai scommesso un euro su una partita di calcio, in generale non scommetto su nulla. Non critico chi, viceversa, impegna i propri soldi scommettendo su qualsiasi cosa, come fanno gli inglesi ad esempio che, di fatto, scommettono su tutto. Ciò che avviene nel nostro Paese è però qualcosa di diverso; sono gli stessi partecipanti al gioco del calcio che scommettono e truccano i risultati per trarne un profitto, ovviamente illecito e, naturalmente, dove c’è profitto e affare illecito non può che esserci anche la malavita che lo sfrutta o addirittura lo gestisce. Questo non mi stupisce affatto, e mi fa molto sorridere chi lancia anatemi sulla necessità di avere uno sport ‘pulito’e un calcio ‘sano’. Politici, imprenditori, giornalisti e chi più ne ha più ne metta, tutti a puntare il dito sul mondo ‘marcio’del calcio e delle scommesse illecite. Giusto, per carità, anzi, giustissimo; ma lorsignori non si sono mai accorti che vivono in un Paese dove la corruzione, pubblica e privata, non è l'eccezione ma la regola? Non si sono mai domandati se esiste in questo Paese un settore dell’economia, della finanza o del lavoro che non sia soggetto a corruzione o malaffare? I presidenti delle squadre di calcio che hanno il cuore in Italia e il portafogli nei paradisi fiscali (per evadere le tasse), hanno mai fatto autocritica e hanno mai pensato di iniziare proprio da loro stessi con la tanto acclamata pulizia? Io penso di no. Non passa giorno che in questo Paese non si pizzichi qualcuno che ha del torbido da giustificare alla magistratura; arresti, perquisizioni, confische, ecc. Nel mondo degli appalti pubblici, della politica, dell’amministrazione pubblica, della sanità pubblica e privata, insomma, il mondo del calcio non è che uno dei tanti mondi che subisce questo malcostume e purtroppo tollerato dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Il calcio non è nient’altro che lo specchio del Paese.
Marco Arcari (Cremona)
