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IL DELITTO DI VIA DELL'ORSINA IL 2 MARZO AL TEATRO PONCHIELLI

MASSIMO DAPPORTO E ANTONELLO FASSARI PROTAGONISTI

| Scritto da Redazione
IL DELITTO DI VIA DELL'ORSINA IL 2 MARZO AL TEATRO PONCHIELLI IL DELITTO DI VIA DELL'ORSINA IL 2 MARZO AL TEATRO PONCHIELLI

Una situazione paradossale e ironica, un po' beckettiana, in scena al Teatro Ponchielli mercoledì 2 marzo: Il Delitto di via Dell’Orsina. La commedia, brillantemente costruita da un gigante della drammaturgia come Eugène Labiche, è portata in scena nell’adattamento originale di Andrée Ruth Shammah, con un cast di prim’ordine guidato dalla coppia Massimo Dapporto e Antonello Fassari.

Il primo lavoro fatto sul testo di Labiche è stato quello della traduzione. Ho scelto di lavorare con

Giorgio Melazzi che è un attore e ama questo tipo di teatro, e con lui abbiamo concluso una prima stesura spostando l’intera vicenda dalla Francia all’Italia e in un periodo storico differente, più vicino a noi.

Poi c’è stato l’adattamento, durante il quale ho deciso di inserire all’interno di questo atto unico elementi presi da altre opere di Labiche, come la presenza dei due camerieri, che ho pensato avrebbero arricchito lo spettacolo di alcuni aspetti della vita profondamente umani: il confronto tra un giovane e un vecchio, il passaggio di consegne da una generazione all’altra, il doppio punto di vista sull’epoca presente. In questa fase, mi sono anche permessa di inventare io stessa alcune aggiunte al testo, anche grazie al prezioso aiuto datomi da tutti gli attori durante le prove, in un costante lavoro sugli specifici personaggi che ho portato avanti nel corso di tutto l’allestimento.

A quel punto c’è stata la prova del meccanismo: si lavora sul far funzionare insieme tutte le parti che compongono lo spettacolo, e sull’inserire poi tutte queste parti all’interno della scena.

Questo è stato un lavoro non semplice, che ci ha richiesto del tempo, perché la bellissima scenografia dello spettacolo disegnata da Margherita Palli si compone di diversi livelli, e questa sua complessità comporta un utilizzo attento e preciso della scena stessa. Abbiamo quindi studiato come far comparire e scomparire il letto, come far entrare e uscire gli oggetti di scena, ma anche come armonizzare i colori rispetto alla particolarità dei toni scelti da Margherita.

Un altro elemento sono state le musiche, composte per l’occasione dal Maestro Alessandro Nidi, durante le prove a tavolino. Il lavoro fatto è stato non solo di capire quali scene musicare e come, ma anche di comporre insieme le parole delle canzoni, e di usarle per dare a ogni personaggio il proprio spazio, e il proprio carattere, all’interno dello spettacolo. Ora inizia il conto alla rovescia e ci si interroga se le intenzioni trovate durante le prove emergeranno. Ma è solo un interrogativo di prudenza perché gli attori in scena sono semplicemente straordinari. Massimo Dapporto conosce bene il mondo del teatro di varietà che io, con la guida magistrale di Franco Parenti, incontrai e amai da molto giovane quale ero.

In quel contesto basta un suggerimento, nessun bisogno di spiegazioni, tutto rapido e creativo.

Per questo motivo non avrei potuto fare questo spettacolo senza di loro: perché sapevo che per lavorare su questo testo, sarebbe stato necessario rievocare quel mondo e che avrei potuto farlo solo con attori con cui fosse possibile raggiungere quell’armonia di ricordi e significati che ho raggiunto con Massimo e Antonello. E questa armonia è un qualcosa che non si può insegnare né spiegare, ma solo conoscere.

Credo poi che l’abilità di un regista consista nel riconoscere il mondo teatrale da far risuonare dentro ciascun attore e nel saper utilizzare al meglio le doti di ciascuno. La personalità di un attore come Dapporto ha risvegliato in me tutto ciò che conoscevo dei grandi attori del passato, e l’umanità di Antonello Fassari mi ha portata a lavorare molto sul suo personaggio, inventando per lui delle battute e un’intera canzone che in Labiche non c’erano, e che restituissero ad Arturo Mistenghi tutta la complessità d’animo suggerita dal suo interprete.

Ho lasciato poi ad Antonio Cornacchione lo spazio per la sua inesauribile creatività comica, e ho scelto due delle tante proposte che durante le prove mi ha fatto.

Per Norina invece, un personaggio difficile, che crea una frattura ogni volta che entra in scena, ho pensato di usare la femminilità e le doti canore di Susanna Marcomeni, per dare alle sue entrate un crescendo, nel corso di tutto lo spettacolo, che rendesse Norina uno dei fili conduttori della commedia. Ed è stato infine proprio partendo dalla poeticità che sempre contraddistingue

Andrea Soffiantini, un attore che ormai conoscono molto bene, che ho disegnato il personaggio di Amedeo. Giustino è una scoperta di cui vado fiera. È un personaggio riservato nelle battute, ma imponente come carattere e lucido e freddo in tono dialogante con tutto lo spettacolo.

Siamo così arrivati agli ultimi giorni prima del debutto, ed è questo secondo me il momento in cui uno spettacolo fiorisce. Perché c’è un grado di maturazione che può raggiungere soltanto da solo. Arriva un momento in cui lo spettacolo esplode, e pensi “ecco, questo è lo spettacolo”, che non è lo stesso di tre giorni fa. E questo accade perché si è messo in ordine tutto: il meccanismo, la recitazione, la scena, i costumi… e all’improvviso tutti questi elementi diventano un’unica cosa. (Note di regia di Andrée Ruth Shammah)



mercoledì 2 marzo ore 20.00

TEATRO FRANCO PARENTI

Fondazione Teatro della Toscana

IL DELITTO DI VIA DELL’ORSINA

L’affaire de la rue de Lourcine

di Eugène-Marin Labiche

traduzione Andrée Ruth Shammah e Giorgio Melazzi

adattamento e regia Andrée Ruth Shammah

con Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Susanna Marcomeni, Antonio Cornacchione, Andrea Soffiantini, Christian Pradella, Luca Cesa-Bianchi

musiche Alessandro Nidi

scene Margherita Palli

costumi Nicoletta Ceccolini

luci Camilla Piccioni

sagome tratte dalle opere di Paolo Ventura

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