Claudio Beniywoll - Scrittore
PRESENTA
IL GIORNALISTA
Capitolo XXIV
L’uomo non sembrava molto convinto di farsi coinvolgere.
«Cinquecento euro come ricompensa» lo spronò Amedeo.
L’altro accettò subito senza pensarci un attimo.
«Niente numero di telefono, rimaniamo discreti. Hai una mail?»
Si scambiarono il contatto così che il direttore del giornale avrebbe potuto spiegargli cosa avrebbe dovuto fare.
Amedeo guardò l’orologio al polso: «Sono già le dieci! Io scappo che non fa più per me restare sveglio così tardi».
Si salutarono e Amedeo si avviò a casa.
Il giorno dopo, in redazione, durante la riunione, l’aria era tesa.
«Sembrerebbe che l’episodio della fabbrica abbia scatenato nei delinquenti l’autorizzazione a mettere in atto del vandalismo» stava parlando il caporedattore.
«Sembrate così dispiaciuti se accadono tragedie. Io ne sono felice» commentò il direttore.
I presenti alla riunione lo guardarono sconcertati.
«Che c’è? Sono il nostro pane quotidiano, sono quelle che fanno andare avanti l’azienda. E non negatelo, perché ci state dentro e ci lavorate anche voi. Avreste cambiato attività se non la pensaste come me. Non fate i perbenisti».
«Certamente, direttore, ma non c’è solo cronaca nera. Si potrebbe anche allietare la gente con articoli più leggerei, con buone notizie» intervenne il caposervizio Alfredo. Sembrava volesse ritornare sulla testata di gossip di prova che gli aveva chiesto di stampare.
«Vuoi che ti licenzi? Gli altri giornali, le riviste fanno notizie scadenti. Noi siamo la realtà, siamo quelli che mettono in guardia le persone sui pericoli che ci sono in giro!
«Che i delinquenti si scatenino. Sono qui per fare soldi sulla loro criminalità e godere dei loro arresti».
Un’ora dopo la riunione venne sciolta.
To be continued...
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