IL GIORNALISTA
di @ClaudioBeniywoll
Capitolo XXIX
Amedeo non si aspettava che il vice lo chiamasse per invitarlo a rimanere a riposo un giorno in più.
«La pacchia è finita, io ritorno. Avvisa gli altri, di quello che vuoi: il diavolo, il bruto stato tornando, la festa è finita... » elargì risentito.
«Amedeo, non prenderla sul personale, sarà anche vero che con la sua assenza lo staff vivesse un’aria più rilassata, ma nessuno pensa che lei sia un bruto. Lei è il capostipite, la colonna portante del giornale. Anche il suo personale si preoccupa per lei, che stia bene» cercò di ammorbidirlo con qualche buona parola.
«Il mio bene quanto basta perché la paga arrivi sul loro conto!»
«Ci vediamo domani, Amedeo» lo salutò cordialmente, rinunciando a rabbonirlo.
«Al mio rientro non voglio alcun palloncino o augurio di benvenuto!» chiarì con veemenza.
Il giorno dopo, appena entrò in redazione, proseguì a gambe tese nel suo ufficio.
Voleva sedersi e prendersi quell’attimo di tempo per prepararsi ai sicuri convenevoli che i suoi colleghi gli avrebbero rivolto.
Non passarono cinque minuti che il telefono sulla scrivania gli squillò: era la segretaria che gli chiedeva se poteva far entrare il vicedirettore e a seguire gli altri, per sapere come stesse.
Amedeo prese un gran respiro e acconsentì.
Non poteva negare loro la possibilità di leccargli il culo, nella speranza che non li prendesse nello sue grinfie.
Ad uno ad uno ascoltò il loro benvenuto e compatimento uscire dalle loro bocche e, vedere sorrisi che sicuramente, in quei giorni di mancanza, li avevano usati per ringraziare della sua assenza; mantenne la calma e un sorriso forzato.
Per ultima entrò la segretaria che disse soltanto un “Ben tornato” lasciandogli una scatoletta di metallo sulla scrivania con un sorriso più sincero degli altri.
To be continued...
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