Claudio Beniywoll - Scrittore
IL GIORNALISTA
Capitolo XIII
L’uomo si incamminò senza una direzione precisa, a zigzagando.
Amedeo, invece, aveva ben in mente dove portarlo; il più lontano possibile dagli altri.
Ma uno dei suoi compagni lo richiamò.
«Vamos a hacer una entervista, no nos molestes. Permanecer allí» gli rispose qualcosa. L’altro sembrò ascoltare perché se ne ritornò alla festa. Amedeo ringraziò il Signore.
«Lo ho parlato de la entervista. Lo ho detto de no disturbarce» gli tradusse in qualche modo che Amedeo capì a stento, anche per la testa che gli girava.
Lo condusse fino alla riva del Serio, dove il sudamericano si fermò girandosi nella direzione dell’altro, che estrasse il registratore dalla valigetta, la quale non aveva mollato un solo momento.
Finse di fargli qualche domanda, inventandole sul momento.
L’altro rispondeva in un misto di italiano storpiato spagnolo.
Ad Amedeo non importava, non ascoltava nemmeno le risposte, il suo obbiettivo era un altro ed era concentrato su quello, tanto che il registratore era spento, ma l’altro non se ne sarebbe accorto; non era nemmeno in grado di stare in piedi, barcollando sul posto.
Il direttore sfruttava quella sua instabilità per avvicinarsi e mettere l’altro nelle condizioni di arretrare.
Avvicinandolo sempre di più all’acqua.
«Oye, vuole fare el bagno en río, segnor?» scherzò il boliviano appena sentì l’acqua alle caviglie.
«Io no, ma forse tu sì».
Bastò un altro passo indietro e, finalmente, l’uomo perse l’equilibrio, scivolò e batté la testa su un sasso, dove rimase disteso.
Prima di andarsene, Amedeo si assicurò che la corrente non lo trascinasse via. Non era troppo profondo dove cadde e il peso dell’uomo non lo fece spostare.
Amedeo se ne scappò per il bosco raggiungendo la strada, senza farsi vedere dalla comunità.
Da lì fino a casa, si doveva fare a piedi circa due kilometri, cercando di rimanere in piedi.
To be continued...
