Claudio Beniywoll - Scrittore
PRESENTA
IL GIORNALISTA
Capitolo XXII
La sera, a casa, era già all’opera su di un altro progetto.
Aveva diverse idee, ma il problema principale era come causarle sapendo riconoscere i rischi dell’essere scoperto.
Ammise con sé stesso che starsene in casa a gironzolare, le idee non gli sarebbero venute: decise di uscire e farsi una passeggiata.
Tra le vie del centro, un bar attirò la sua attenzione; la fama di quel locale lo marchiava come sostenitore del fascismo.
Di certo, al di fuori, non lo dava a vedere ma non impediva ai simpatizzanti di riunirsi, finché non avrebbero messo in pratica tal pensiero.
Decise quindi di arrischiarsi ad entrare. L’odore di fumo pervase le sue narici; a quanto pare non era un locale “no smoking”.
Si accese subito un sigaro.
Si sedette al bancone e ordinò un whisky; si guardò attorno e la sua mente lo condizionò a pensare che quelli non avessero per niente la faccia da brava gente.
Sorrise pensando di trovarsi nel posto giusto.
Dopo aver dato un’occhiata alla clientela, decise che era il momento di prestare attenzione alle conversazioni e trovare quella a cui si sarebbe potuto inserire. Fingendo di fare una passeggiata al bagno e ritorno, cercò di captare quella più interessante.
Si dice che la casualità in realtà non esista: ad un tavolo stavano intraprendendo il primo discorso di Mussolini.
Con in mano il suo bicchiere di liquore, si annunciò: «Aaah, mio padre avrebbe voluto esserci...».
Gli uomini seduti al tavolo si bloccarono e lo guardarono incomprensivi.
«Era giornalista, io ho ereditato la sua azienda. Il discorso di Mussolini l’avrebbe voluto metterr tra le pagine del suo quotidiano».
To be continued...
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