Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 11.06

Il punto di Rosario Amico Roxas. Arriva l’anno nuovo! Ciao Terra, come stai?

Il nostro opinionista tira le somme al termine del 2015

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Arriva l’anno nuovo! Ciao Terra, come stai?

La situazione globale del pianeta Occidente viene nascosta da nubi che si addensano sulle vere metastasi che affliggono una realtà alla deriva, gettata allo sbaraglio dall’incapacità di guardare dentro i fatti, dentro gli uomini, dentro le problematiche che si sviluppano in una spirale involutiva. Ancora si discute di mercato, consumi, banche, finanziamenti, capitali e capitalismo ma non si osano sfiorare termini come lavoro, produttività, competenze, solidarietà.

La mia età mi consente di ricordare bene la veemenza con la quale Pasolini si scagliava contro il «Palazzo»; oggi non c’è più un Palazzo contro cui scagliarsi, il mondo-Occidente intero è diventato un Palazzo dentro il quale siamo tutti teleguidati come automi indifferenti. Contro il palazzo si scaglia Grillo, un comico che non fa più ridere, che ha scelto la facile via di criticare le misure di rigore, come se potessimo scegliere altro, se non il baratro.

Nell’Occidente Italia accusiamo il neoliberismo berlusconiano del vuoto ideologico che ha attanagliato la cultura, la politica, la programmazione, la speranza, mentre in realtà tale neoliberismo non è altro, e non è stato altro, che l’emblema di una cultura, di una politica, di una programmazione e di una continua apparenza, diventati la nuova ideologia della reality, confortata da sondaggi sul presente e non da proiezioni sul futuro.

La banalità della cultura, della politica, della programmazione, della speranza si rivede nella banalizzazione dell’agire, del pensare, del credere, come se una nuova censura avesse eliminato le domande inerenti le questioni fondamentali dell’esistenza, della convivenza civile, della programmazione economica e produttiva, del futuro delle prossime generazioni. Le questioni che coinvolgono l’azione e la vita stessa sono state relegate nel Limbo dell’inutile, mentre faziosi opinion leader si accalcano sulla scena per discutere di regolamenti, di metodi, di trucchi, di miraggi lontanissimi e dell’esigenza di «insegnare e imporre la democrazia» agli altri.

L’abitudine a non pensare, a non riflettere, a non credere, a non sperare, viene presentata come il culmine del nuovo progresso promosso da un leader inventato, che ha ridotto l’uomo alla stessa stregua delle formiche o delle termiti, impostando l’intera vita senza un perché, sostenuta solo dall’istinto di sopravvivenza. Il Potere di chi governa si eleva su tutto e su tutti, indica, di volta in volta, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è vero e ciò che è falso; a chi è governato non resta che intrupparsi e seguire l’andazzo. Il Potere, quindi, genera chi lo esercita che finisce con il credersi il solo in grado di guidare il gregge; ritorna il mito di Zarathustra che si cala nella realtà dell’Occidente come una magia mediatica.

Anche la scienza non lascia spazio al voler pensare, al voler riflettere, al voler credere, al volere sperare, e ci indica, impietosamente quali molecole stimolano il pensiero, la ragione, la riflessione, la fede, la speranza e l’amore, ma non ci dice perché abbiamo pensato, creduto, sperato, amato. L’aiuto per tornare a credere, a pensare, ad amare non può darcelo nessuno, violentati come siamo dalla pretesa onnipotenza del nuovo pragmatismo, che svuota l’uomo, ma riempie le cantine della Coscienza con gli ultimi ritrovati dell’inutile progresso, come se tale illusorio progresso possa autorigenerarsi all’infinito, senza rischi di saturazione. Le parole non esprimono più sentimenti profondi in grado di commuovere, esaltare, illudere (forse), ma in ogni caso vivere. Non possiamo cercare aiuto nei nuovi mentori del vero che sanno bene di essere solo servi sciocchi, in quegli opinionisti tuttologi condizionati dal conformismo e dal servilismo verso il potere, che garantisce loro «pane e burro»: è il ritorno al mondo dei diritti e dei doveri, che può scaldare gli animi di autentica passione per la vita in grado di sostituirsi alla passione per l’apparenza di ciò che non siamo. Solo le categorie spaziotemporali rendono lontani o distanti gli eventi; eliminando tali categorie, tutto si riporta a un presente senza tempo.

Le Stazioni della nuova ed eterna Via Crucis si trovano ovunque la prepotenza dei forti soverchia i più deboli, ovunque innocenti bambini, giovani madri, uomini invecchiati anzitempo sono costretti a pagare per colpe mai commesse, perché l’avidità del potente possa trovare la propria soddisfazione e la propria affermazione. Ribellarsi diventa un delitto: la condanna è duplice, non solo i più deboli devono subire, ma è anche loro proibito ribellarsi, perché in questo caso la globalizzazione della menzogna li accusa di terrorismo, come se le guerre preventive, i bombardamenti intelligenti, le rapine delle materie prime, le torture fino alla morte dei prigionieri delle guerre preventive non fossero atti di feroce terrorismo e delitti contro l’Umanità, aggravati dall’essere messi in atto da popoli che si dichiarano portatori ed esportatori di civiltà e di una concezione della Democrazia, quanto meno, personalizzata.

Tecnologicamente sono tanto forti da non potersi neanche valutare il divario con le forze che aggrediscono, usando la più avanzata tecnologia bellica; così le popolazioni inermi, che non trovano salvezza neanche nella fuga, perché viene bombardato anche un esercito in fuga, non hanno altra scelta se non quella di subire in silenzio, soffriere in silenzio, morire in silenzio. Vengono bombardati anche banchetti di nozze, vengono bombardati anche autobus carichi di studenti, vengono bombardate le moschee nel giorno più sacro per la preghiera, vengono bombardati i mercati nelle ore di punta; la reazione viene chiamata terrorismo e condannata senza appello. Si scatena così una reazione abnorme, abbrutita dalle violenze patite, una reazione tutta da condannare perché colpisce altre vittime innocenti con metodi di lotta che nulla hanno a che vedere con la legittimità della difesa.

Se continuiamo sulla strada delle sterili polemiche senza il coraggio di affrontare anche l’altra verità, non usciremo mai dal labirinto delle parole e ci renderemo responsabili del deterioramento delle relazioni internazionali, che può giungere fino a conseguenze estreme. La logica di dominare i più deboli con il ricatto della forza non paga, stimola, anzi, quella reazione incontrollabile, determinata dalla disperazione, che ingloba dentro di sé, su un piano assurdamente paritario, la vita e la morte. Le reazioni provocate dalla disperazione sono assolutamente invulnerabili alla forza tecnologica, ai missili intelligenti, alle bombe a grappolo, alle torture fino alla morte. Il disperato non ha altra scelta di vita che la fuga o la ribellione senza speranza: così è scelta di fuga attraversare il mare su imbarcazioni fatiscenti, è ribellione senza speranza imbottirsi di esplosivo, provocando altre vittime innocenti, per vendicarsi dei «capi» che hanno programmato e ordinato i bombardamenti contro le inermi popolazioni civili. Non esistono vittime più innocenti e vittime meno innocenti, esistono solo vittime accomunate nell’unico destino deciso dall’assurda logica di potere dei «capi».

Il dialogo che auspichiamo possa nascere dovrà essere un dialogo fra gente comune, quella che rappresenta la stragrande maggioranza di tutte le popolazioni, distanti dai dettami imposti dall’alto, per tornare a impadronirci dell’opinione pubblica che abbiamo persa a vantaggio dell’opinione che ci viene imposta dai padroni dei mass media.

La vera libertà e la vera democrazia non si realizzano nell’esercizio del diritto alla parola, ma nel dovere di sapere ascoltare anche i più flebili lamenti di quanti non hanno voce per farsi sentire, anzi, privilegiando tali lamenti, perché in essi c’è la voce di quell’Uomo che gira intorno al mondo gravato da una Croce non Sua, simbolo di un amore che non attende di essere corrisposto, simbolo della Giustizia tradita, simbolo del Bene che contrasta il male, simbolo delle Beatitudini del Discorso della Montagna, quando promise eterna Beatitudine a tutti coloro che il mondo, opulento ed egoista, commisera e disprezza (Mt., 5,3).

Malgrado tutto, auguri per un sereno 2016.

Rosario Amico Roxas

1075 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria