Domenica, 28 aprile 2024 - ore 21.16

Il punto di Rosario Amico Roxas. Che fine hanno fatto?

Milioni stanziati dalla CE nel 2007 per l’ammodernamento e il raddoppio della linea ferroviaria pugliese su cui si è verificato il tremendo incidente

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Che fine hanno fatto?

Si tratta di 180 milioni di euro, stanziati dalla CE nel 2007 per l’ammodernamento e il raddoppio della linea ferroviaria nella quale è accaduto l’irreparabile, con 23 morti e oltre 50 feriti, parecchi dei quali ricoverati con riserva sulla vita. C’era da aspettarselo che sarebbe emerso il potente, autorevolmente inserito nella lista degli intoccabili, grazie a una condanna penale a quattro anni di reclusione per reati fiscali, sia pure i prima istanza; ci sarà l’appello e, quindi la Cassazione, che non potrà che prendere atto dell’avvenuta prescrizione. Si tratta di un conte che bazzica tra Roma, sede del potere, e San Marino, sede della finanza che evade le tasse e gesticola arbitrariamente in cerca di sempre nuove occasioni di truffa.

Per non passare tutto sotto le foche caudine del nulla di fatto o dei romaneschi “tarallucci e vino”, bisognerà partire dall’inizio, dalla causa e non dall’effetto. Chi ha ostacolato l’ammodernamento della tratta, pur avendo in cassa la somma di 180 milioni di euro, stanziati dalla CE? Che fine hanno fatto quei milioni? Sono stati già ampiamente digeriti, dopo un pasto più o meno collettivo?

Oggi per ammodernare la medesima tratta non basteranno 500 milioni di euro, tra svalutazione, aggiornamento dei prezzi e aumento delle tangenti imposte dalla Sacra Corona Unita, che in Puglia la fa da padrona. Sull’onda dell’emozione, anche un asociale come Matteo Renzi si lancia in promesse che sa di non poter mantenere: «Non ci fermeremo fino a quando non emergeranno le responsabilità», così ha dichiarato mentre visitava i luoghi della tragedia. Vuol farci intendere che i poteri occulti non lo fermeranno… Favolette per creduloni.

Quando sarà chiamato per trovare una soluzione che non colpisca altri potenti (per di più di nobile estrazione), dovrà trovare un escamotage legislativo, come ha fatto con la Banda (sic) Etruria. Un suggerimento possiamo darglielo fin da subito: uno dei macchinisti dei treni maledetti è deceduto, e sarebbe un eccellente capro espiatorio al quale attribuire responsabilità da inventare. Il macchinista dell’altro treno è ricoverato in gravi condizioni, per cui si deve, doverosamente, attendere se indicarlo come corresponsabile, oppure come vittima. Gli altri, i potenti, dei quali si fanno già i nomi, si mimetizzano nell’ombra, fiduciosi che il potere costituito applicherà l’antico detto: «Cane non mangia cane».

Intanto la cerchia dei potenti fa quadrato (e poi si parla dell’impossibilità della quadratura del cerchio!) intorno ai propri adepti, mentre il conte, condannato a quattro anni di reclusione per gravi reati fiscali, concorre al premio di assoluzione rappresentato dalla consueta prescrizione. E tutti baciarono la sposa.

Rosario Amico Roxas

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