Domenica, 28 aprile 2024 - ore 20.53

Il punto di Rosario Amico Roxas. Il nostro dovere

Pubblichiamo l’analisi politica di Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Il nostro dovere

Dopo una serie di commenti, in verità, pars destruens nell’analisi dell’attuale disastrosa condizione politica italiana, ho ricevuto parecchie mail nelle quali, attivi e preoccupati amici virtuali, prendevano atto della visione pessimistica delle mie precedenti mail, rimproverandomi di cadere nell’analisi facilmente critica, senza fornire alcun suggerimento per neutralizzare la protervia della “casta”.

Che la situazione sia grave è sotto gli occhi di tutti. Che le previsioni per il futuro non riescono ad apparire rosee, sembra fuori discussione. Urge una pars costruens in grado di sostenere la speranza, senza la quale la stessa storia dell’Italia minaccia di esaurirsi. Non siamo chiamati a grandi sacrifici, come quelli compiuti dalla precedente generazione, che si ritirò sulle montagne per collaborare attivamente, quando gli orrori della guerra avevano ridotto in macerie la nostra nazione. Non occorrono eroi che inalberano la bandiera, ben sapendo di diventare, in quel momento, bersaglio di un fratello, in quel momento nemico. Non sarà mai una rivoluzione armata o il ritorno a una guerra civile, che potrà risolvere i problemi che si sono accumulati e che ci stanno travolgendo. I Padri Costituenti ci hanno armati, ben sapendo che poteva nuovamente accadere che un uomo, rappresentante della peggior genìa nazionale, tentasse la via del potere per accaparrarsi il diritto di profittare del bene comune a vantaggio del bene privato; i Padri Costituenti ci hanno lasciato una Costituzione, che rappresenta l’arma di distruzione di massa della banda di malfattori che ci sta opprimendo.

La nostra Costituzione ci impone il voto come diritto e come dovere. Oggi possiamo anche rinunciare al diritto di votare, ma non possiamo sottrarci al dovere: dovere verso i nostri predecessori, che ci hanno lasciato in eredità la libertà e la democrazia; dovere verso noi stessi, rifiutando il ruolo che ci vogliono imporre “di bovi al giogo inchinati contenti”; dovere verso i nostri figli, che hanno messo il loro futuro, le loro speranze, i loro sogni, nelle nostre mani, fiduciosi, perché i genitori, i nonni, non possiamo tradire le loro attese.

Ciò che ci viene richiesto non prevede sacrifici o compromessi con la nostra coscienza; prevede solamente che ci scrolliamo di dosso l’apatia che ci hanno iniettato come una flebo soporifera e ci riappropriamo del nostro dovere di esercitare il dovere di voto, per scacciare i mercanti dal Tempio della Democrazia.

Non è più tollerabile che il 50% degli elettori rinuncino a intervenire nelle scelte politiche, e lascino che la parte peggiore della nazione possa continuare a decidere secondo interessi che non tutelano il bene comune, ma di questo profittino fino al latrocinio. Solo esercitando il nostro dovere possiamo recuperare i diritti di cui siamo stati depredati.

Rosario Amico Roxas

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