Giovedì, 16 maggio 2024 - ore 05.41

Il " Mento ":Uomo del PO,rivoluzionario ,europeista | G.Azzoni

| Scritto da Redazione
Il

Nell'agosto 1966 moriva Clemente Cavalli, molti a Cremona lo ricordano ancora come "il Mento". Era nato qui nel 1901, apparteneva ad una famiglia di idee socialiste, il padre Ernesto subì le angherie degli squadristi. Ricordiamo "il Mento" parlando di lui con la figlia, Lily. Anch'ella molto nota, sia come pittrice che come ex amministratrice comunale a Bosco ex Parmigiano ed a Stagno Lombardo.
Azzoni: da dove possiamo cominciare per parlare di una vita così densa di avvenimenti e di valori come quella del Mento?
Lily: come il mio nonno, anche Clemente subì nel periodo dal 1919 al '22, in quanto era militante della sinistra, una vera e propria persecuzione da parte degli squadristi. Una sera del novembre del 1922, mentre tornavano a casa con un compagno dalla cooperativa di S. Bernardo, furono aggrediti da numerosi fascisti, percossi e feriti. Il suo compagno né morì dopo alcuni mesi. Lui, che aveva avuto un ginocchio fratturato, fu costretto ad andarsene, nel 1923 espatriò clandestinamente in Francia. Con lo zio Rosolino attraversarono a piedi il confine in un punto delle Alpi.
A.: cosa puoi dire della sua vita in Francia?
L.: dapprima ha lavorato in una miniera del nord della Francia, poi venne a Parigi dove campava facendo il muratore, l'imbianchino. A Parigi si mise in contatto con l'ambiente degli antifascisti fuoriusciti italiani, anche con i fratelli Rosselli. Una volta mi disse che prima dell'avvento del nazismo, fu per un breve periodo anche in Germania dove partecipò ad uno scontro con le "camicie brune" di Hitler.  In seguito, durante la guerra civile spagnola, collaborò attivamente per l'invio di armi alle brigate internazionali dalla parte dei Repubblicani.
A.: un combattente antifascista davvero infaticabile…
L.: certo! Soprattutto grande è stata la sua partecipazione alla Resistenza in Francia. Ricoperse incarichi rilevanti e molto rischiosi in Bretagna, anche di collegamento ed informazione, macinava chilometri con la sua bicicletta, collaborò alla preparazione logistica dello sbarco alleato in Normandia, in uno dei territori più ferreamente controllati dai tedeschi. Qui compì sabotaggi e partecipò a combattimenti, come a Douarnenez dove fu ferito. Fu arrestato dai tedeschi nell'inverno del 1943-44 ma riuscì, con un compagno francese, a fuggire durante un trasferimento…
A.: so che ha avuto importanti riconoscimenti, a questo proposito.
L.: in effetti ecco qui un documento ufficiale che attesta che Cavalli Clemente ha salvato la vita ad un dirigente della Resistenza francese. Ed ecco la medaglia al valore, cioè la croce di guerra con stella di bronzo, e poi quella con la famosa croce di Lorena del Gen. De Gaulle, con il nastrino tricolore francese. Lui era stato nominato "adjudant chef" delle forze partigiane, le famose FFI, il suo nome di battaglia era "chevreuil", che vuol dire "capriolo"…
A.: e quando la guerra finì?
L.: dopo la guerra, pur logorato nel fisico, ritorna al suo lavoro di imbianchino a Parigi…qui vive con la sua famiglia. Che si era formato già negli anni '30, quando, sempre a Parigi, aveva conosciuto la sua compagna di vita, Mamy, ed ero nata io…
A.: quando torna a Cremona?
L.: decise di tornare a Cremona nel 1953, ci venne con Mamy mentre io rimanevo a Parigi. Al Bosco ex parmigiano, dove si stabilì. Fu ben accolto, ma non aveva niente, non ebbe dei gran aiuti, i problemi erano assai pesanti. Più avanti  ottenne questo pezzo di terreno sul Po dove abito io ancora adesso, che era demaniale e venne sdemanializzato, ci fece una costruzione per viverci e lavorare con un "dopolavoro"…Amava e conosceva bene il fiume e la sua gente. Ebbe amicizia ed aiuto da Danilo Montaldi, che parla del "Mento" in "Militanti di base", in un capitolo intitolato "ricciolone" sulla sua vita fino al periodo della guerra. Mio padre ebbe un buon rapporto anche con il Sindaco del Bosco, Camillo Fervari. Politicamente era comunista, ma so che i rapporti col partito non erano calorosi come avrebbe voluto. Forse non era proprio "ortodosso", chi sa…Era amico di Montaldi ma non condivideva tutte le sue idee, per esempio non condivideva quelle su Trotski… Direi anche che, a suo modo,  era già europeista, senz'altro  portato dalle sue esperienze.


BREVI DAL SECOLO BREVE di Giuseppe Azzoni

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