Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 23.30

Cremona ricorda il suo Sindaco Ottorino Rizzi

| Scritto da Redazione
Cremona ricorda il suo Sindaco Ottorino Rizzi

OTTORINO RIZZI, L’AVVOCATO, IL PROFESSORE,
IL SINDACO, IL PARTIGIANO, A 60 ANNI DALLA MORTE.
(L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI CRISTIANI DI CREMONA LO RICORDA IL 6 FEBBRAIO IN COMUNE A CREMONA).

CREMONA
RICORDA AI POSTERI NEL SINDACO OTTORINO RIZZI INTREPIDO COMBATTENTE DELLA LIBERTA’ IL CITTADINO ESEMPLARE
CHE AD UNA CRISTIANA DEMOCRAZIA SACRIFICAVA DIMENTICO DI SE L’ANCOR GIOVANE E FERVIDA VITA
26 LUGLIO 1953

Chi volesse rileggerla e sostare davanti alla lapide per una riflessione, invano la troverebbe ove, nel 1953, fu collocata sotto i portici del Palazzo Comunale. Durante i lavori di restauro e di rifacimento di alcune pareti del Palazzo la lapide fu tolta e non più rimessa. Non sarebbe impossibile che l’Amministrazione Comunale riproponesse questa lapide, troppo fugacemente dimenticata in qualche anfratto di una qualsivoglia cantina o ripostiglio. Peggio sarebbe se vergognosamente demolita oppure negligentemente utilizzata “in altro modo”.
LA BREVE VITA IN UN LAMPO. LA BIOGRAFIA. Ottorino Rizzi nasce a Cremona il 22 novembre 1904. Rimasto privo di padre nel 1932 si appoggiò all’affetto della madre per terminare gli studi di giurisprudenza all’Università di Pavia dopo aver frequentato con ottimi voti il Liceo Classico “Manin” di Cremona. Pur essendo un ragazzo taciturno, di poche parole, manifesta ottimismo, entusiasmo, soprattutto il suo buon carattere lo rende simpatico. Dopo la brillante laurea era subito entrato nella professione come procuratore e quindi come avvocato, con studio in via Aporti. Alle aule della Pretura e del Tribunale alternò quelle scolastiche dell’Istituto Tecnico “E. Beltrami” ove per molti anni insegnò diritto. Avvicinatosi alla politica (frequentava sin da ragazzo il circolo “Silvio Pellico” del Duomo) per interessamento dell’avv. Ennio Zelioli Lanzini, presto ebbe confidenza con i problemi organizzativi della DC e prima ancora, della clandestinità. Sposato con la professoressa Enrica Zimbelli (Un’insegnante dell’Istituto Magistrale) ebbe la gioia, dopo diversi anni, di vedere nascere Lauretta che divenne la felicità della non più giovanissima famiglia. Fu un autentico raggio di sole che illuminò la casa di via 11 febbraio. Abbracciata la politica per sua libera scelta incontrò molti personaggi che gli insegnarono quali fossero le strade da percorrere e quali le scelte per raggiungere la libertà e la comunione degli animi. Uomini come Cappi, Zelioli Lanzini, il parroco di Sant’Imerio don Cugini, Tresco Olivelli che conobbe all’oratorio di San Luca, gli spianarono la strada della resistenza morale e divenne “ribelle per amore” entrando nella clandestinità dopo gli avvenimenti dell’8 settembre 1943. Assieme al compianto sen. Giovanni Lombardi aveva fatto parte del Comitato Regionale della Democrazia Cristiana clandestina. Più volte sfuggì alla vigilanza sempre attiva de fascisti e dei tedeschi. Il 25 aprile guidò, con mandato del CNL e dell’arcivescovo mons. Cazzani, le trattative con il Comandante tedesco per abbandonare la città rinunciando a rappresaglie contro la popolazione e la città stessa. A guerra finita fu eletto segretario della DC, incarico che tenne fino al febbraio 1948, allorquando fu eletto sindaco. Fu il primo sindaco cattolico del dopoguerra. Mentre si trovava a Roma a colloquio con i funzionari dei Ministeri per risolvere alcune importanti pratiche per il Comune, fu colto da malore e cessò di vivere nella notte del 6 febbraio 1952.  La sua esistenza, le sue battaglie, il suo impegno civico prima come partigiano poi come amministratore di una Cremona da ricostruire, sono tuttora validi ed esemplari. L’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Cremona lo ricorderà attraverso un interessante incontro culturale aperto a tutta la cittadinanza VENERDI 6 FEBBRAIO ALLE ORE 17  IN COMUNE A CREMONA.

PARLA DON PRIMO MAZZOLARI IN PIAZZA DEL DUOMO IN OCCASIONE DEL FUNERALE DI OTTORINO RIZZI.

“Ti ha salutato la tua Chiesa, ti ha salutato il tuo Comune, ti ha salutato il tuo Partito, ma io ho sentito soprattutto il saluto della tua gente. Al tuo passaggio, oggi, molti si segnavano quasi a chiederti, invece che implorarti, una benedizione. Quanta tenerezza sul volto delle mamme di Cremona per la tua compagnia! Un gruppo di bambine orfane ha baciato la tua bara, come baciano quelli che la sventura accomuna. Sei qui, Ottorino, fra la Cattedrale ed il Comune, fra tanta serenità di cielo e bontà di cuori. Saluto in te il cristiano della Resistenza. Non sei entrato nella Resistenza che come cristiano…..Non sono solo quelli che ti sono stati vicino a salutarti oggi: tutti quelli che hanno un cuore. Hai fatto grandi cose con la semplicità che ti faceva nascondere le sofferenze. E te ne sei uscito, come il cristiano esce. Voi – ha esclamato don Primo rivolgendosi ai cittadini – voi avete qualche cosa da dare a lui; gli avete messo sulle spalle una pesante croce. Egli l’ha portata fino ad esserne spezzato. e Non è stato piegato; è stato spezzato. Ha dato una testimonianza da cristiano. Egli ha creduto in Dio, nei poveri, nella bontà, nella libertà, in una libertà cristiana. Quasi mi pare – ha proseguito don Mazzolari – che passi un’armonia tra la Cattedrale e il tuo Comune, il palazzo del popolo, perché un cuore ha fatto da ponte: il tuo cuore. Dove un cuore soffre, non c’è che una Patria concorde ed unita”. (Tratto da “L’Italia” edizione cremonese 11 febbraio 1952)

GIORGIO  CARNEVALI

Per invito clicca qui:
http://www.welfarenetwork.it/images/nuoveimm/allegati2/rizzi-scaninvito.pdf

Per ricordo di Don Mazzolari clicca qui:
http://www.welfarenetwork.it/images/nuoveimm/allegati2/rizzi-cornice-mazzolari.pdf

2367 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria