Il 28 febbraio è stato presentato il VI Rapporto dell’IPCC cui è seguito quello del suo WGII. Il prof. Sandro Fuzzi, noto ricercatore presso l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del CNR e membro della redazione degli AR5 (2007) e AR5 (2014) dell’IPCC, ha ritenuto di riassumerli in un breve video dove tra l’altro dice: «… la temperatura media globale del pianeta è oggi maggiore di più di un grado rispetto al periodo preindustriale ed è ormai un fatto accertato che le attività dell'uomo hanno causato il riscaldamento del clima e che questo sta evolvendo in modo molto più rapido rispetto al passato» (https://www.youtube.com/watch?v=ucf3bJK8fRI).
Dal 24 febbraio scorso, come tutti sappiamo, è in atto una guerra, come tutte le guerre, esecrabile. Qualcuno ha voluto rompere 77 anni di pace e di stabilità in Europa, il più lungo periodo della sua storia. Forse, stanco del benessere che la Pace regala, questo signor “qualcuno” ha deciso di ricorrere alla primordiale ragione delle armi per allargare i propri confini, pur essendo già il suo Paese il più vasto stato del mondo. Vi ha trascinato il suo popolo per soddisfare ambizioni personali o di clan, inseguendo riferimenti culturali e modelli geopolitici raffermi e decrepiti con tutti i rischi che gli armamenti nucleari comportano. Rischi che possono portare a risultati in cui, com’è ben noto, non ci sarebbero né vinti né vincitori perché cancellati dal fuoco atomico. Come da ingialliti copioni della Storia, ad arte si sono costruiti pretesti per riesumare le armi del ricatto capaci di paralizzare il mondo occidentale, fermando il motore del suo sistema economico: l’energia. Armi del ricatto, quali le fonti energetiche fossili, come il petrolio e il metano. Almeno fintanto che tali lo saranno.
Infatti, come i Rapporti dell’IPCC ricordano, gli idrocarburi sono destinati, se si farà ancore in tempo, ad essere sostituiti dalle uniche fonti per l’indispensabile rallentamento dell’aumento delle temperature, quelle rinnovabili.
Impossibile, a questo punto, non incolpare di miopia l’Europa che, pur senza i pozzi di quell’oro nero, non ha prodotto per tempo il maggior sforzo possibile per liberarsi da quel servaggio che la vincola, secondo i suoi attuali programmi, fino al 2050, fra 30 anni. Ovvero, ignorando gli scenari apocalittici dovuti all’aumento delle temperature presentati da ormai 21 anni dall’IPCC, e ribaditi con forza qualche settimana fa, nell’indifferenza dei paesi ricchi, i maggiori responsabili delle emissioni di CO2. Seppure più sensibile di altri, il rimprovero è per la nostra l’UE, anch’essa in grave ritardo con la sostituzione di quelle fonti climalteranti ed inquinanti, perché ne è ancora importatrice per il 54% (l’Italia per il 77%).
“Pensierino della sera”. Fonti rinnovabili … fonti gratuite, senza padroni, sempre e comunque disponibili e grimaldello per un mondo nuovo e più avanzato. Fantasie? Proviamo ad immaginare in quale mondo vivremmo se petrolio, metano e carbone non avessero più importanza geopolitica.
Benito Fiori