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La bandiera tibetana esposta in Comune | S.Ravelli

| Scritto da Redazione
La bandiera tibetana esposta in Comune | S.Ravelli

10 marzo: anche quest'anno la bandiera tibetana sarà esposta nel cortile Federico II all'ingresso del Palazzo comunale.
A CHI INTERESSANO I MONACI TIBETANI CHE SI DANNO FUOCO?
Lobsang Tsultrim, ventenne monaco tibetano, si è dato fuoco la settimana scorsa di fronte al monastero di Kirti, nella città di Ngaba, nella zona tibetana della provincia del Sichuan, teatro di diverse proteste anticinesi e di molte autoimmolazioni. E' il 29° monaco tibetano a darsi fuoco dal 2009 a causa delle terribili sofferenze cui è sottoposto il popolo tibetano. Lo vogliamo ricordare in occasione del 54° anniversario dell'insurrezione di Lhasa, capitale tibetana, contro l’invasione cinese. L’occupazione del Tibet, avvenuta il 10 marzo 1950, costituì un inequivocabile atto di aggressione e violazione della legge internazionale. I militari cinesi stroncarono l’insurrezione con estrema brutalità, il Dalai Lama, seguito da circa 100.000 tibetani, fu costretto a fuggire dal Tibet e chiedere asilo politico in India dove si costituì un governo tibetano in esilio fondato su principi democratici. Attualmente, il numero dei rifugiati è sempre in aumento e l’afflusso dei profughi che lasciano il paese per sfuggire alle persecuzioni cinesi non conosce sosta. Il genocidio culturale ed etnico perpetrato a danno del popolo tibetano è ancora poco conosciuto e spesso volontariamente ignorato. Si pensi che almeno 1.200.000 tibetani sono morti in seguito dell'invasione cinese e che oggi i tibetani sono ridotti ad essere in minoranza nella loro terra, sei milioni rispetto agli oltre sette milioni di coloni cinesi, a causa della politica di colonizzazione, aborti e sterilizzazione forzata attuata da Pechino. 
Il Dalai Lama, insignito del premio Nobel per la pace nel 1989, ha ribadito in ogni occasione di essere contrario all'indipendenza nazionale e di volere perseguire, con i metodi gandhiani, una soluzione politica che garantisca un'autentica autonomia culturale, politica e religiosa ai cittadini tibetani. Nonostante il credito e l'apertura compiuta dalla comunità internazionale nei confronti della Cina, il Governo di Pechino ha continuato ad attaccare violentemente il Dalai Lama, imponendo drastiche misure restrittive ai monasteri buddisti tibetani volte a limitare gravemente il diritto alla libertà di espressione, di associazione e di confessione religiosa all'interno degli stessi.
Per condannare tutte le forme di violenza contro il popolo tibetano ed esortare il governo cinese ad avviare subito politiche di dialogo nei confronti delle autorità civili e religiose del Tibet che vivono in esilio affinchè venga garantita la libertà di religione a tutti i cittadini, in occasione dell'anniversario del 10 marzo, la bandiera tibetana sarà esposta nel cortile Federico II all'ingresso del Palazzo Comunale. Accade dal 1997, da quando Comune e Provincia di Cremona aderirono alla campagna a sostegno della causa tibetana promossa dal Partito Radicale Transnazionale, esponendo per la prima volta la bandiera ancora oggi vietata in Tibet. Una campagna che si è rinnovata ogni anno e che ha avuto il proprio culmine il 20 aprile 2009 con il conferimento da parte del Consiglio comunale di Cremona della cittadinanza onoraria a Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet. Nel corso della cerimonia il sindaco Gian Carlo Corada ebbe ad affermare che “il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama rappresenta il coronamento di oltre dieci anni di iniziative promosse dai radicali cremonesi, sempre accolte dalle istituzioni locali, per un Tibet autonomo e una Cina democratica, per la libertà religiosa ovunque nel mondo”. 

Cremona, 9 marzo 2013 

Sergio Ravelli
esponente del Partito Radicale Transnazionale

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