LA CALMA DOPO LA TEMPESTA: IL DAY AFTER IN REGIONE LOMBARDIA

Commissioni interrotte e lavori sospesi nelle sedi dell'Amministrazione regionale. A provocare l'impasse è la decisione del Governo Nazionale di riforma del Titolo V della Costituzione e l'Arresto dell'Assessore alla Casa, Domenico Zambetti, per collusione con le cosche mafiose. 
Una calma dopo il ciclone è l'atmosfera che meglio dipinge il day after al caso Zambetti, e alle misure del Governo Nazionale, nei palazzi di Regione Lombardia. Nella giornata di giovedì, 11 Ottobre, i lavori del Consiglio Regionale della Lombardia sono stati sospesi, e tutta l'attenzione è concentrata sul braccio di ferro tra il Governatore lombardo, Roberto Formigoni, e la Lega Nord-Padania, partner di maggioranza del Popolo Della Libertà nella Regione più importante d'Europa.

A scatenare l'impasse politica sono stati due fattori. Il primo è legato alle misure straordinarie prese dal Consiglio dei Ministri del Governo Nazionale sulla revisione del Titolo V della Costituzione. Secondo quanto preannunciato dal Premier, Mario Monti, le competenze delle Regioni su trasporti ed energia saranno assorbite dallo Stato, che, de facto esautorerà gli enti locali di importanti poteri.

Altro fatto è stato l'arresto, nella mattinata di giovedì, 10 Ottobre, dell'Assessore alla Casa, Domenico Zambetti, del Popolo Della Libertà, accusato di avere acquistato 4 Mila voti dalla 'ndrangheta al costo di 50 Euro l'uno.

Con la salita a cinque del numero degli arrestati tra i componenti dell'Esecutivo lombardo, e l'ammontare a 13 degli indagati in tutto il Consiglio lombardo, i 31 consiglieri delle opposizioni di centrosinistra - Partito Democratico della Lombardia, Italia Dei Valori, Sinistra-Ecologia-Libertà - e di centro - Unione Di Centro - hanno rassegnato le loro dimissioni.

Medesima è stata la misura presa dai consiglieri regionali della Lega Nord-Padania, che hanno consegnato il loro mandato ai vertici regionali e nazionali, ed hanno chiesto al Governatore Formigoni l'azzeramento immediato della Giunta ed elezioni anticipate nel mese di Aprile.

Pronta è stata la risposta del Governatore Formigoni, che, dopo avere ritirato le deleghe a Zambetti, ha attuato la medesima misura nei confronti degli Assessori della sua Giunta della Lega Nord-Padania. Tra le personalità interessate figurano il Vicegovernatore, Andrea Gibelli, e il Capo della Sanità regionale, Luciano Bresciani.

Dal suo account Twitter, il Governatore Formigoni ha sostenuto la propria estraneità alle collusioni di Zambetti con le cosche, ed ha invitato la Lega Nord-Padania a riflettere sull'ultimatum a lui posto, alludendo a possibili ricadute politiche in Piemonte e Veneto: Regioni governate, come la Lombardia, dalla coalizione azzurro-verde (Popolo Della Libertà e Lega).

Nei confronti delle dimissioni presentate dalle opposizioni, Formigoni ha inoltre ricordato come tra gli indagati figura anche il suo diretto concorrente alle elezioni regionali del 2010, Filippo Penati, del Partito Democratico della Lombardia.

La posizione di Formigoni è molto critica anche nei confronti del Governo Centrale. A più riprese, il Governatore della Lombardia ha lamentato una campagna mediatica volta a indebolire le Regioni dinnanzi agli occhi dell'opinione pubblica, e la decisione del Consiglio dei Ministri di rivedere il Titolo V avrebbe, secondo Formigoni, confermato il teorema.

Tra le ipotesi in ballo per il futuro, due sono i possibili scenari. Il primo, poco probabile per via della volontà della Lega Nord-Padania di prendere le distanze dal caso Zambetti, prevede il mantenimento della maggioranza di centrodestra con l'azzeramento totale della Giunta.

E' invece uno scenario futuribile quello delle dimissioni in blocco dei Consiglieri leghisti, e la loro pubblica richiesta al Governatore Formigoni di portare la terza Assemblea Legislativa del Paese al voto anticipato.

Matteo Cazzulani