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La grande guerra 15-18 |M.Superti

| Scritto da Redazione
La grande guerra 15-18 |M.Superti

Sono figlio di un  ragazzo del ’99 (così chiamarono i ragazzi- non ancora diciottenni- chiamati a combattere nella grande  guerra ).
Quella generazione dovette sopportare, ancora imberbe, l’incubo della chiamata alle armi e  molti non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto della tragedia alla quale erano chiamati a partecipare.

A noi  spetta il dovere di  ricordare con tanto rispetto e ammirazione ,  chi ha dovuto soffrire per una causa ,tanto spesso  enfatizzata in passato, quanto poco  considerata nel presente, almeno da una certa “cultura”  di “seconda mano”.

Mio padre non mi ha mai, dico mai, riferito nulla delle sue vicissitudini.

Solo dopo  anni ho capito tutto quello che mi avrebbe voluto dire, ma , penso, non ne ha mai avuto il  coraggio o l’opportunità.

Nell’unica foto che mi ha lasciato si vede un giovanetto che di militare ha solo le mostrine del corpo di appartenenza.

In seguito nel lontano 1969 , mio padre mi chiese  se potevo accompagnarlo a Redipuglia(  "sredij polije" ovvero terra di mezzo"):  cosa che feci con grande piacere e rispettoso interesse.

Durante la visita mi tenni in  disparte con discrezione  e rispetto.

Mio padre non disse nulla né prima né dopo la visita.

Si  allontanò in lacrime e risalì  in auto con i segni di una profonda commozione.

Io non dimenticherò mai quel giorno di luglio del  lontano 1969.

La  ricorrenza del IV novembre  impone ancora rispetto  per i nostri padri che vennero chiamati a dare corpo alla idea di una Italia vera , unita  e degna di essere rappresentata nel consesso delle nazioni civili.

Il sacrificio  di quelle generazioni non potrà mai essere dimenticato.

Cordialità e buon lavoro.

Mario Superti
(cremona)

2013-10-28

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