Aprendo ieri l’United Nations Ocean Conference a Lisbona, il presidente del Kenya Uhuru Muigai Kenyatta ha sottolineato che Ci aspettiamo di lasciare Lisbona con una chiara comprensione delle opzioni e dei percorsi di finanziamento. L’Oceano è la risorsa più sottovalutata del nostro pianeta: i giovani devono essere in prima fila nella discussione e devono essere parte della soluzione».
Rivolgendosi alla plenaria, il presidente portoghese Rebelo de Sousa ha affermato che «Lisbona è il luogo giusto per l’Ocean Conference perché l’oceano è stato essenziale per trasformare il Portogallo in quello che è oggi».
Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha esortato la comunità internazionale a impegnarsi e unirsi per la protezione e la conservazione dei nostri mari. Dal suo Paese, l’ex premier e presidente socialista del Portogallo, ha delineato quattro raccomandazioni per garantire che la venga invertita la marea e, citando il poeta portoghese Fernando Pessoa, ha detto di soperare che la Conferenza rappresenti un momento di unità per tutti gli Stati membri: «L’oceano ci collega tutti, ma poiché abbiamo dato per scontato l’oceano, oggi dobbiamo affrontare una “emergenza oceanica” e la marea deve essere invertita. La nostra incapacità di prenderci cura dell’oceano avrà effetti a catena sull’intera Agenda 2030».
Alla prima Ocean Conference Onu, tenutasi 5 anni fa a New York, i delegati avevano chiesto di invertire il declino della salute degli oceani. Secondo Guterres «Da allora, sono stati compiuti alcuni progressi, con la negoziazione di nuovi trattati per affrontare la crisi globale dei rifiuti di plastica che sta soffocando gli oceani e i progressi della scienza, in linea con l’United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development (2021-2030). Ma non facciamoci illusioni. Molto di più deve essere fatto da tutti noi insieme».
Dopo questa premessa, il capo dell’Onu ha delineato 4 raccomandazioni chiave:
1 Investire in economie oceaniche sostenibili per il cibo, le energie rinnovabili e i mezzi di sussistenza, attraverso finanziamenti a lungo termine. Guterres ha ricordato alla platea dei delegati dell’Ocean Conference che «Di tutti i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), l’obiettivo numero 14 (Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile) ha ricevuto il minor sostegno di qualsiasi SDG. «La gestione sostenibile degli oceani potrebbe aiutare l’oceano a produrre fino a 6i volte più cibo e generare 40 volte più energia rinnovabile di quanto non faccia attualmente», ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite.
2 Replicare il successo oceanico. Per Guterres, «L’oceano deve diventare un modello su come possiamo gestire i beni comuni globali per il nostro bene superiore e questo significa prevenire e ridurre l’inquinamento marino di ogni tipo, sia terrestre che marittimo. Questo comporterebbe l’intensificazione di efficaci misure di conservazione basate sulle aree marine protette e la gestione integrata delle zone costiere».
3 Proteggere le persone. Il capo delle Nazioni Unite ha anche chiesto «Una maggiore protezione degli oceani e delle persone le cui vite e mezzi di sussistenza dipendono da essi, affrontando il cambiamento climatico e investendo in infrastrutture costiere resilienti al clima: «Lo shipping dovrebbe impegnarsi ad essere a emissioni net zero entro il 2050 e a presentare piani credibili per attuare questi impegni. E dovremmo investire di più nel ripristino e nella conservazione degli ecosistemi costieri, come le mangrovie, le zone umide e le barriere coralline» Guterres ha poi invitato tutti gli Stati membri dell’Onu a partecipare a “Early warning system”, un’iniziativa lanciata di recente per raggiungere l’obiettivo della copertura completa del sistema di allerta precoce nei prossimi 5 anni: «Questo aiuterebbe a raggiungere le comunità costiere e coloro i cui mezzi di sussistenza dipendono dalle misure di protezione dell’allerta precoce marina.
4 Più scienza e innovazione. Infine, Guterres ha sottolineato la necessità di «Più scienza e innovazione per spingerci verso un nuovo capitolo dell’azione oceanica globale. Invito tutti ad aderire all’obiettivo di mappare l’80% dei fondali marini entro il 2030. Incoraggio il settore privato a partecipare a partnership che supportano la ricerca oceanica e la gestione sostenibile. Ed esorto i governi ad aumentare il loro livello di ambizione per il recupero della salute degli oceani».
Il segretario generale dell’Onu ha concluso con un roverbio swahili: “Bahari itatufikisha popote”, che significa “l’oceano ci porta ovunque”, e ha invitato tutte le persone a impegnarsi nell’azione oceanica.
A Lisbona è intervenuto anche il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, il maldiviano Abdulla Shahid che ha ribadito che «L’oceano ci collega tutti e la Conferenza è il luogo per dimostrare gli impegni globali».
L’isolano Shahid ha ricordato: «Sono un figlio dell’Oceano (…) ma al di là di quelli di noi che guardano ogni giorno all’orizzonte blu, l’intera umanità fa affidamento sull’oceano per la metà dell’ossigeno che assumiamo. Ecco perché siamo qui questa settimana, per rappresentare una risorsa che ci ha accompagnato per tutta la nostra esistenza» e ha invitato tutti ad approvare la mozione conclusiva “Our ocean, our future: call for action”.