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L’Italia di fronte alla crisi dell’Ucraina | RAR

| Scritto da Redazione
L’Italia di fronte alla crisi  dell’Ucraina | RAR

La situazione ucraina è controversa, con reciproci e divergenti interessi tra l'Europa, capitanata dalla Germani e la Russia del dittatore Putin. Come spessa accade di mezzo c'è il petrolio, la posizione geografica di grande rilevanza strategica. La Germania per due volte nel secolo scorso dichiarò guerra al mondo intero e il mondo intero reagì sconfiggendola. Oggi ha dichiarato la terza guerra ai paesi alleati dell'Europa, utilizzando l'arma di distruzione economica dello spread. Oggi le attenzioni si rivolgono all'Ucraina, ma chiedendo la complicità del resto dell'Europa. C'è di mezzo l'Italia, sempre al posto sbagliato nel momento meno opportuno.

Abbandonando per un momento, le controversie che si stanno maturando, viene da chiedersi  cosa sta accadendo e cosa potrà accadere. Abbiamo in Italia un partito anticomunista viscerale, legatissimo alla Russia comunista; legame solidificato da reciproci interessi tra capi, che si dividono le tangenti sul gas e sul petrolio che l'Italia importa dalla Russia, pagando il tutto il 20% in più degli altri paesi europei, con libero spazio a tangenti miliardarie estero su estero.

In caso di aggravarsi della crisi nei rapporti russo/ucraini quale posizione assumerà l'Italia, a parole governata da una coalizione di larghe intese, ma nella pratica dominata dal leader di quel partito anticomunista viscerale, legato a doppia mandata  a Putin e alla sua Russia.

Il paradosso sta nelle dichiarazioni affermate e mai smentite. Cosa accadrebbe se il leader di quel partito venisse arrestato in seguito a sentenze di terzo grado? Lo ha affermato lo stesso leader: "Sarebbe la rivoluzione".  Spacconata o minaccia reale?

Quel leader, già presidente del Consiglio, è stato, e quindi lo è, conoscitore delle informazioni riservate della Nato, ed è facile supporre che tali informazioni  formano un patrimonio di conoscenze del complice Putin, vanificando molti elementi di difesa della stessa NATO.

In più, in sede nazionale il medesimo personaggio si è impadronito del ministero di Grazie e Giustizia e del Ministero dello sviluppo economico, nonchè del ministero degli interni che controlla le forze dell'ordine, mentre, durante il suo governo, il ministro dell'epoca La Russa, ha nominato i vertici della due armi più attive e meglio equipaggiate: i Lagunari e i paracadutisti della Folgore. L'Italia è pronta per subire un colpo di Stato, l'amicizia personale con il comunista Putin è una successiva garanzia.

Cosa Aspetta il nuovo Presidente del Consiglio a prepensionare i vertici delle due armi e commissariare le forze dell'ordine, per restituirle alla costituzionale difesa dei  diritti costituzionali, gravemente in pericolo?

Rosario Amico Roxas

2014-03-03

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