Doccia scozzese, questa settimana, per i 3500 dipendenti della Fondazione Maugeri, basata a Pavia ma con 21 sedi sparse per l'Italia, di cui dieci in Lombardia (due a Pavia e a Milano, a Lissone, Lumezzane, Castel Goffredo, Tradate, Mede e Montescano). La proprietà ha infatti prospettato loro il passaggio dal contratto della sanità pubblica a quello applicato nella sanità privata e la cancellazione di tutte le risorse aggiuntive derivanti dalla contrattazione di primo e di secondo livello. Ne deriverebbe un taglio drastico trasversale della busta paga per tutte le categorie, che i lavoratori quantificano nel 30%. Uno shock, che ha causato l'immediata mobilitazione del personale con presidi e con la richiesta d'incontro con il Consiglio di amministrazione. Per tentare di affrontare la situazione il Pd ha formulato la richiesta di audizione in commissione sanità delle rappresentanze dei lavoratori, del direttore generale e del presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione. Il documento, firmato da Giuseppe Villani, Gian Antonio Girelli, Marco Carra, Sara Valmaggi, Carlo Borghetti e Alessandro Alfieri è indirizzato al presidente della commissione Fabio Rizzi, che potrebbe rispondere in tempi molto brevi. I Consiglieri hanno diramato una nota di solidarietà ai dipendenti: "siamo a fianco dei lavoratori della Maugeri a cui è stato prospettato un taglio di stipendio insostenibile e immeritato - si legge -. L'azienda era uscita dalla grossa crisi della vicenda giudiziaria senza colpire il personale e dunque questa decisione improvvisa appare immotivata. Chiedere alla commissione sanità del Consiglio regionale di ascoltare le ragioni dei lavoratori è un primo passo, a cui deve seguire un'interlocuzione con la giunta regionale e con la proprietà. Siamo certi che la Maugeri saprà superare anche questa fase senza mortificare il proprio più grande patrimonio, formato dagli operatori che vi lavorano con passione e competenza".
fonte PD
