Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, continua a solleticare la 'pancia' di certi italiani sul tema immigrazione. Le ultime dichiarazioni, dove ha nuovamente parlato di 'pulizia etnica' una volta al governo e dove ha addirittura invitato poliziotti e militari a disobbedire ai propri superiori perché i lavoratori in divisa sarebbero "stufi di portare in casa quelli che poi devono inseguire", hanno suscitato numerose polemiche e prese di posizione. "Salvini ormai lo conosciamo - dice Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil - e la frequenza con cui ultimamente si lascia andare a dichiarazioni inaccettabili rappresenta, credo, la necessità o, meglio, la speranza, di tentare di risalire nei consensi che evidentemente sta perdendo. Perché demagogia e populismo non pagano mai".
Il segretario dei poliziotti Cgil giudica grave l'invito di Salvini a "disobbedire a ordini sbagliati", come per altro qualche anno fa affermò anche Beppe Grillo: "Un'affermazione grave - afferma Tissone - che denota anche poca conoscenza delle norme e delle leggi. Un conto è un ordine illegittimo, che eventualmente può essere disatteso, un conto è un ordine 'sbagliato' che rientra in una categoria soggettiva di giudizio. Al di là di queste finezze, che forse Salvini non può cogliere, ci tengo a dire che la solidarietà non è un vestito alla moda, da indossare solo in occasione di un evento o di una festa. La solidarietà, la stessa che chiediamo ai Paesi più ricchi del nostro per le popolazioni terremotate o che abbiamo preteso per i nostri emigrati all'estero in passato, non funziona a corrente alternata. Ma questo lo sa anche il segretario leghista, le cui posizioni servono solo a raccogliere consensi. Posizioni che in polizia, al di là dei vertici di qualche sindacato 'autonomo' che puntano a candidarsi in Parlamento, non trovano alcuna accoglienza".
Il numero uno del Silp Cgil conclude poi ricordando a Salvini una amara verità: "Se questo governo si trova nelle condizioni di dover fronteggiare con pochi fondi l'emergenza immigrazione e a discutere con le potenze europee in condizioni di debolezza, lo si deve proprio alla scriteriata gestione del sistema della sicurezza quando la Lega Nord era al governo: 3,5 miliardi di euro di tagli, turn over al 20 per cento, blocco stipendiale e molto altro. Salvini forse ha dimenticato. Noi no".