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Molti compagni e compagne al funerale di Evelino Abeni | Gian Carlo Storti

Stamane, 21 novembre, si è svolto il funerale di Evelino Abeni esponente di spicco della sinistra cremonese e dell’allora Partito Comunista Italiano.

| Scritto da Redazione
Molti compagni e compagne al funerale di Evelino Abeni | Gian Carlo Storti Molti compagni e compagne al funerale di Evelino Abeni | Gian Carlo Storti Molti compagni e compagne al funerale di Evelino Abeni | Gian Carlo Storti


Molti compagni e compagne al funerale di Evelino Abeni | Gian Carlo Storti

 Stamane, 21 novembre, si è svolto il funerale di Evelino Abeni esponente di spicco della sinistra cremonese e dell’allora Partito Comunista Italiano.

E’ stato il figlio Fabio a ricordarlo ai presenti nella sala del commiato situata nel Polo della Cremazione di Cremona.

Molti i militanti e le militanti di una vita che erano presenti.

Evelino ha sicuramente lasciato una traccia importante nella storia cremonese del PCI e della sinistra su cui sarà necessario studiare ed approfondire. E’ stato anche Vicesindaco del Comune di Cremona e poi Consigliere Regionale Lombardo con l’incarico di seguire i temi della sanità. Divenne un ascoltato esperto. Recentemenete è stato critico del progetto del nuovo ospedale di Cremona.

Non entrò all’inizio nel Partito Democratico militando nella formazione della Sinistra Italiana. Solo con l’avvento a segretaria nazionale  di Elly Schlein  si iscrisse  apprezzando  la ‘ ricollocazione’ a sinistra di questa formazione politica.

Abeni l’ho conosciuto nel 1968 quando con altri ragazzi ci iscrivemmo al PCI dopo che lo stesso condannò l’intervento russo in Cecoslovacchia. Fu l’inizio della grande svolta poi sviluppata da Enrico Berlinguer che portò al distacco dal comunismo sovietico ed alla definizione della strategia del compromesso storico.

Due frasi di Berlinguer sono ancora scolpite sulla pietra: ‘ il sistema sovietico ha perso la spinta propulsiva’ e che ‘ la Nato è un ombrello protettivo per il mondo occidentale’.

Noi giovani , venimmo chiamati poi i ‘socialdemocratici antisovietici’ .Evelino Abeni colse questa ‘nuova spinta propulsiva’ e fu protagonista nel rinnovamento dell’apparato del PCI cremonese. Ci chiamò a fare i funzionari in diversi. Solo qualche nome: Deo Fogliazza, Giorgio Barbieri , Gian Franco Piseri ed il sottoscritto.

A me affidò incarichi di responsabilità come quelli del segretario cittadino del PCI di Cremona e successivamente responsabile dell’organizzazione (allora incarico importante).

Noi ultima generazione sostenemmo con convinzione la nuova linea di Berlinguer sul compromesso storico. Lui era dubbioso, come si diceva allora guardava a sinistra , verso Ingrao.

Erano gli anni di piombo, del terrorismo, delle lotte operaie e studentesche ed il Pci di Berlinguer sapeva interpretare non solo il disagio delle ‘classi popolari’ ma anche la loro spinta al cambiamento , le condanna del terrorismo rosso e nero e la necessità di applicare la nostra Costituzione  nata dalla Resistenza Antifascista.

Le Feste dell’Unità erano  il mezzo per avvicinare quel popolo. La partecipazione era straordinaria e la voglia di cambiamento immensa.

Sulla lotta al terrorismo le nostre posizioni erano chiarissime:  nessun cedimento a quelle ideologia ma unità delle forze dell’arco costituzionale che comprendesse anche la Democrazia Cristiana  ( il MSI era considerato fascista e quindi era messo giustamente nell’angolo).

La crescita elettorale del PCI fu inarrestabile nelle elezioni del 1975 (amministrative) e del 1976 ( politiche con il 34,4%).

Il rapimento e l’uccisione di  Aldo Moro , del 1978,  furono una prova difficile della democrazia italiana sia per il PCI che per la DC in quanto entrambi sostenevano il NO alla trattativa con le Brigate Rosse di fronte ad un atteggiamento del PSI di Craxi che invece apriva (1)

Anni duri per noi giovani  funzionari del PCI costretti in qualche occasione a rimanere fuori di casa la notte o a vigilare la federazione.

I governi di Unità Nazionale non portarono bene al PCI e nelle elezioni politiche del 1979 vi su un forte arretramento.

Enrico Berlinguer  abbandonò la linea del compromesso storico e virò a ‘sinistra’ cercando di togliere spazio politico al PSI di Craxi che stava crescendo sul piano elettorale. Pose in quegli anni con forza la questione morale ecc.

Anche nella federazione PCI di Cremona riprese vigore ‘ una linea più di sinistra’ , ed Evelino Abeni la incarnò con intelligenza e passione.

Nel 1980 molti giovani funzionari ‘ berlingueriani’  lasciarono gli incarichi per altre attività esterne al partito . La maggior parte di essi però rimasero militanti e seguirono l’evoluzione del PCI dalla Bolognina di Occhetto al PD di Veltroni.

Evelino Abeni fu per me un importante punto di riferimento e mi aiutò a crescere sia come persona che militante.

Allora  lo studio degli scritti di Gramsci era un  ‘obbligo morale’. Noi giovani funzionari eravamo invitati ad approfondire i temi, a studiare, a dare il massimo.

Significativa era la lettura dei giornali fatta collegialmente per un’oretta di prima mattina in federazione. Un momento sul quale fare il punto politico del momento.

Ecco Evelino era un uomo serio, che si preparava sempre per ogni occasione e ci invitava a riflettere e studiare.

Con lui ho sempre mantenuto un rapporto positivo, che andava oltre la ruvidezza dei rispettivi caratteri, e che si appoggiava sul confronto delle idee in ragione del momento.

Da quando ho aperto il sito del welfare (nel lontano 2003) mi ha spesso inviato suoi articoli sui vari temi della politica. Pezzi sempre molto stimolanti per una seria riflessione.

Ho visto crescere il figlio Fabio con il quale ho lavorato nella preparazione della parte video della ricerca, poi diventata libro,  ‘C’E’ DEL NUOVO IN ITALIA’ (2)

Un uomo ,Evelino, molto serio, attento alla società, studioso e modesto nel rapporto con le persone. Credeva molto ai giovani.

Grazie per quello che mi hai insegnato. Condoglianze a Fabio ed Alma ed a tutta la famiglia.

 Gian Carlo Storti

Cremona 21 novembre 2024

 

1.) Vedi film ‘ BERLINGUER LA GRANDE AMBIZIONE’

2.) Il libro di Fabio Abeni racconta dell’iniziativa ‘I treni della felicità’ che videro impegnate le donne cremonesi, cremasche e gussolesi del PCI nell’accoglienza di bambini e bambine a partire dal 1946 nelle loro famiglie

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