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News Matteo Piloni (Pd): Allarme Povertà, ATS: CONFINI O FUNZIONI?

ALLARME POVERTÀ, “REGIONE LOMBARDIA PROGRAMMI SUBITO UN PIANO DI DISTRIBUZIONE DEL CIBO”; ATS: CONFINI O FUNZIONI?

| Scritto da Redazione
News Matteo Piloni (Pd): Allarme Povertà, ATS: CONFINI O FUNZIONI?

News Matteo Piloni (Pd): Allarme Povertà, ATS: CONFINI O FUNZIONI? 

ALLARME POVERTÀ, “REGIONE LOMBARDIA PROGRAMMI SUBITO UN PIANO DI DISTRIBUZIONE DEL CIBO”; ATS: CONFINI O FUNZIONI? 

ALLARME POVERTÀ, “REGIONE LOMBARDIA PROGRAMMI SUBITO UN PIANO DI DISTRIBUZIONE DEL CIBO”: “Pianificare un programma di distribuzione del cibo per gli indigenti coinvolgendo le associazioni di categoria del comparto agricolo e zootecnico e il terzo settore. Ecco come dovrebbe intervenire immediatamente la giunta lombarda per affrontare un problema che nei prossimi mesi toccherà molto seriamente anche la nostra regione”. Lo dice Matteo Piloni, capodelegazione Pd in commissione Agricoltura a palazzo Pirelli, che intervenendo in merito all’analisi presentata oggi da Coldiretti circa gli effetti provocati dalle crescenti difficoltà economiche ed occupazionali causate dall'emergenza Covid, ribadisce una proposta specifica contenuta in una risoluzione depositata dal gruppo PD lo scorso 2 luglio. “Purtroppo, l’allarme lanciato oggi da Coldiretti non ci sorprende. Già alla fine di giugno – fa sapere Piloni - su nostra richiesta, abbiamo ascoltato in commissione le organizzazioni professionali agricole e le associazioni delle cooperative in merito agli effetti dell’emergenza Covid 19 rispetto alla filiera agricola e tra le diverse questioni emerse, quella della povertà era la più incombente e preoccupante”.

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ATS: CONFINI O FUNZIONI?  Egr. Direttore  Il Covid-19 ha reso evidenti molte criticità del sistema sanitario lombardo. Una su tutte, insieme all’assoluta necessità di una rete di medicina territoriale che oggi non esiste, anche la suddivisione di competenze tra le Asst e le Ats, pensate da una riforma sanitaria, quella del 2015, voluta dall’allora presidente Maroni e sostenuta dalla stessa maggioranza che governa la regione da più di vent’anni.

Una riforma che era stata pensata basandosi esclusivamente sulla razionalizzazione dei costi, e non sulla necessità di dare risposte ai cittadini. A distanza di cinque anni i nodi sono venuti al pettine.

Aver messo insieme le vecchie ASL secondo semplici confini provinciali, togliendo autonomie e competenze, non ha funzionato. E il risultato è stato quello di aver lasciato soli i cittadini.

Verrebbe da dire “l’avevamo detto!”, in quanto come PD, cinque anni fa, avevamo criticato con forza questa impostazione. E continuiamo a farlo, a maggior ragione oggi dove il Covid ha fatto esplodere tutti i limiti della sanità lombarda.

Ma come è stato un errore accorpare distretti territoriali autonomi, togliendo loro competenze, potrebbe essere altrettanto sbagliato impostare la revisione della legge 23 in materia sanitaria, esclusivamente sui confini. Prima di ragionare di “geografia”, è necessario ragionare sulle funzioni, e su come deve essere gestita la sanità sui territori. Una sanità che deve tornare ad essere più vicina ai cittadini, con l’unico obiettivo di vivere più sani e più sicuri.

Per questi motivi impostare nuovamente il ragionamento sulle Ats partendo dai confini provinciali rischia di essere un limite. Certamente un Ats che tiene insieme due province lunghe come quelle di Cremona e Mantova è stata una scelta sbagliata, che avevamo contrastato e che continuiamo a ritenere un grande errore. Ma quanto accaduto deve portarci a ragionare sulle funzioni e sulle competenze.

Ha senso ad esempio, modificando solo i confini geografici di queste Aziende, mantenere in capo alle Ats le attuali funzioni di integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali, il governo della medicina territoriale e quindi la presa in carico delle persone? Non si potrebbe pensare invece di tenere alle Ats, o ad un’unica Ats regionale, le competenze di controllo ed educazione alla salute, e riportare alle singole Asst la gestione della medicina di territorio, rilanciandola?

Ritengo più utile impostare la discussione in questi termini, mettendo al centro i territori e un modello più vicino ai cittadini. Poi possiamo ragionare sui confini, qualunque essi siano.

Milano, 21 luglio 2020

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