Sabato, 27 aprile 2024 - ore 06.33

Noi non vogliamo collaborare con Israele | Pax Christi Cremona

Cresce il fronte interno ed esterno di pressione verso lo stato di Israele

| Scritto da Redazione
Noi non vogliamo collaborare con Israele | Pax Christi Cremona

L’ultima operazione militare israeliana “Margine Difensivo”nella striscia di Gaza ha  suscitato in Israele e nel mondo un’ondata di riprovazione e condanna che non si è ancora sopita.       

In Israele sono cresciuti i casi di obiezione di coscienza di militari e piloti che rifiutandosi di uccidere sono entrati a far parte delle file dei “refusnik”. In Israele l’obiezione di coscienza è illegale e la pena è il carcere, ma nonostante ciò, gli obiettori di coscienza persistono. Due motivi fondamentali spingono queste persone, per la maggior parte ragazzi, a non prestare servizio militare per l’Idf: il rifiuto dell’occupazione e di ciò che l’esercito commette contro i palestinesi, insieme all'ostilità verso l’influenza che l’esercito ha nella società israeliana.

Il quotidiano Haaretz, il 14 settembre portava la notizia di 43 veterani dell’Unità 8200, un corpo  di intelligence d’élite a supporto alle operazioni militari, che hanno dichiarato di non collaborare più con l’occupazione. Si legge nell’articolo: “essi hanno inflitto un’altra scalfittura nell’orribile volto dell’occupazione israeliana, più profonda di quelle che l’hanno preceduta, perché coinvolge gli aspetti più oscuri ed abietti della perniciosa routine dell’occupazione.”

Ultimamente, ha alzato la voce anche il movimento di ebrei contrari all’occupazione dei territori palestinesi. Territori ridotti a una prigione a cielo aperto, senza possibilità di sopravvivenza dignitosa: con acqua e energia razionate al lumicino, con terre confiscate e occupate da insediamenti ebraici, con spazi di vita chiusi dentro un muro gigantesco. Bruno Segre (intellettuale ebreo fondatore della rivista Keshet Cultura ebraica,  redazione.keshet@gmail.com ) ha divulgato una “lettera aperta” di ebrei americani rivolta al governo e ai cittadini di Israele.

Si legge in un passaggio: “ ci opponiamo agli atti compiuti dal governo israeliano nel contesto dell’operazione “Margine Difensivo”. Ciò non significa che non riconosciamo la minaccia che Hamas costituisce per il popolo israeliano. Ci opponiamo a che vengano usate armi là dove vive la popolazione civile e denunciamo il sacrificio di civili da parte sia del regime di Hamas sia del governo d’Israele… In meno di sei anni abbiamo assistito a tre operazioni militari di grandi dimensioni; operazioni che vengono riproposte periodicamente perché sono infruttuose. D’accordo, per il momento le riserve di Hamas sono svuotate e le iniziative del movimento sono temporaneamente bloccate. Ma il prezzo morale richiesto per conseguire un tale risultato non valeva la pena che venisse pagato. E quand’anche ne fosse valsa la pena, sul lungo periodo l’uccisione di migliaia di civili e lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di abitanti della Striscia non indeboliscono Hamas. Un simile bagno di sangue non fa che alimentare quell’unica risorsa di cui Hamas non può privarsi: l’odio.”

Sta crescendo anche la reazione internazionale alla brutale offensiva israeliana. Oltre 100 personalità di tutto il mondo hanno pubblicato una lettera aperta per esigere che l’ ONU e i governi del mondo impongano un embargo militare totale e giuridicamente vincolante verso Israele, simile a quello imposto al Sud Africa durante l’apartheid.

Su questi obiettivi anche in Italia si sta mobilitando in tutta Italia un arco di forze molto ampio che include reti pacifiste e per il disarmo, movimenti di solidarietà con la Palestina e per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele, organizzazioni sindacali, e altre reti e associazioni della società civile. www.bdsitalia.org

L’idea di fondo che accomuna queste forme di obiezione- denuncia- boicottaggio è che, come ha dichiarato il segretario dell’Onu Ban Ki Moon il 6 agosto, Israele ha sferrato un attacco ingiustificato ed ha violato il diritto umanitario e internazionale. Ne consegue che la comunità internazionale deve sanzionare Israele per la sua responsabilità nei massacri di civili indifesi, donne e bambini per lo più. Ciò implica la non collaborazione economica politica e militare con Israele. La difesa dei diritti umani deve venire prima del business, degli investimenti finanziari e delle grandi opere.                                             

 Pax Christi Cremona  

 

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