Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 03.59

Non ci si rende conto del disastro nelle giovani generazioni

Il coordinatore del CTS Agostino Miozzo sottolinea la necessità di riaprire le scuole il prima possibile, ma ritene necessari controlli severi e sanzioni.

| Scritto da Redazione
Non ci si rende conto del disastro nelle giovani generazioni

Riaprire le scuole il prima possibile. È l’appello lanciato in queste ore dal professor Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico che da quando è esplosa la pandemia di COVID-19 sta consigliando il governo di Giuseppe Conte. Siamo entrati in questa seconda ondata con la promessa e la certezza che le scuole sarebbero rimaste aperte, ma la situazione è ben presto precipitata e, nel tentativo di limitare il più possibile la diffusione del virus, anche le scuole sono state inevitabilmente colpite dalla misure restrittive.

La previsione ad oggi è che gli studenti di scuole medie e superiori possano tornare in classe subito dopo le vacanze di Natale, se non il 7 gennaio molto probabilmente lunedì 11 gennaio, ma se dipendesse soltanto da Miozzo gli studenti sarebbero già in classe. Intervistato oggi dal Corriere Della Sera, il coordinatore del CTS sottolinea l’importanza di far stare gli studenti e le studentesse in classe:

Sono le indicazioni delle maggiori organizzazioni delle Nazioni Unite come Who, Unesco e Unicef, oltre che le decisioni di Paesi che non mi sembrano Stati sottosviluppati dell’Africa centrale come Francia, Regno Unito e Germania. Tutti concordi: le scuole devono, non possono ma devono, restare aperte. […] Se nelle festività avremo momenti analoghi a quelli vissuti nell’estate appena trascorsa, l’evoluzione dell’epidemia porterà a dati simili o addirittura peggiori di quelli attuali. Significa che le scuole rischiano di restare chiuse altre settimane. Avremo una generazione di liceali che andrà all’esame di Stato a giugno avendo perso il contatto fisico con l’universo scolastico per quasi un anno. È un danno incommensurabile.

I dati sui contagi da COVID-19 che abbiamo a disposizione non ci dicono se la scuola è un luogo sicuro come sostenuto a spada tratta dalla Ministra Azzolina oppure no. Sappiamo, lo precisa anche Miozzo, che i contagi in età scolastica “non sono significativamente diversi da quelli di altre classi di età“, ma è impossibile capire se gli studenti e le studentesse contagiati dal COVID-19 abbiano contratto l’infezione a scuola, in famiglia o in altre situazioni.

Si è ampiamente discusso della riorganizzazione del trasporto pubblico e dello scaglionamento degli orari di ingresso a scuola, ma l’aumento della curva dei contagi ha portato a soluzioni più drastiche e l’appello del CTS è rimasto inascoltato. Miozzo continua a sostenere, però, che di fronte ad una situazione di emergenza come quella provocata dalla seconda ondata dall’epidemia il lockdown non poteva che essere la soluzione migliore:

Tecnicamente il lockdown è la soluzione migliore, e paradossalmente la più semplice, per ridurre la curva e le possibilità di contagio. Peccato che questa soluzione estrema non prenda in considerazione gli effetti devastanti che provoca sulla popolazione che subisce le restrizioni.

Cosa succederà nelle prossime settimane? Miozzo resta convinto che, non appena sarà passata questa seconda ondata, sarà necessario tenere alta la guardia e potenziare i controlli e le sanzioni altrimenti a febbraio ci ritroveremo come subito dopo l’estate:

Se non saremo rigorosi nei controlli e nelle sanzioni, anche severe, avremo la stessa fotografia di questa estate e delle scorse settimane quando abbiamo visto l’assalto al grande magazzino con i prodotti in offerta. Se non saremo in grado di contenere e governare la corsa agli acquisti o il desiderio anche scaramantico di liberazione dal virus delle celebrazioni di Capodanno, alla fine di gennaio vedremo avverarsi le conseguenze della terza ondata come una “emergenza annunciata.

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