Lunedì, 20 maggio 2024 - ore 19.58

Obbligo del consenso informato

| Scritto da Redazione
Obbligo del consenso informato

L'OBBLIGO DEL CONSENSO INFORMATO, GLI PSICHIATRI LO STANNO APPLICANDO?
In Italia il consumo di antidepressivi nell'ultimo decennio "è cresciuto in maniera drammatica", soprattutto tra le donne e gli anziani, tanto che il 15% degli over 75 ne fa uso, è l'allarme lanciato il mese scorso dall'Aifa, l'Agenzia del Farmaco.
Il rapporto annuale OsservaSalute sul  2011 afferma: "il consumo di farmaci antidepressivi, negli ultimi dieci anni, in Italia, è aumentato del 400 per cento."  Un dato agghiacciante.
Gli antidepressivi vengono prescritti per qualsiasi cosa, da problemi di apprendimento e comportamentali, all'incontinenza, da problemi di delinquenza giovanile, aggressività, criminalità, tossicodipendenza, al vizio del fumo, ma anche per occuparsi di paure e di problemi dei più anziani. Gli antidepressivi sono tra gli psicofarmaci più ampiamente prescritti sulla terra, con 54 milioni di persone che attualmente li stanno prendendo. Ma, per molti, assumere antidepressivi crea gravi conseguenze.
Candace, di undici anni di età, amava la vita. Faceva nuoto, giocava a calcio e basket, e amava il trampolino elastico. Ciò che la rendeva nervosa, però, erano gli esami, e così le vennero prescritti degli antidepressivi. Il 10 gennaio 2004, Candace si impiccò nella sua camera all'età di 12 anni. Nove mesi più tardi, la US Food and Drug Administration (FDA) ordinò che venisse affissa l'"etichetta nera" per avvisare i genitori che gli antidepressivi possono causare pensieri suicidi, sotto i 18 anni di età.
Ma i bambini non sono i soli ad avere questi pensieri mentre assumono antidepressivi.
Uno studio del 2005 effettuato in Norvegia ha determinato che i pazienti di tutte le età che assumono un tipo di antidepressivo SSRI avevano probabilità sette volte maggiori di commettere suicidio di chi assumeva pillole di zucchero.
La cosa più scioccante è che questi farmaci si sono dimostrati essere anche inefficaci.
Uno studio dei ricercatori Irving Kirsch e Joanna Moncrieff, pubblicato nel prestigioso British Medical Journal , ha scoperto che gli antidepressivi non sono più efficaci di una pillola di zucchero e non riducono la depressione. Il "risultato" , ha detto il suo scrittore principale: "è che non abbiamo delle buone prove che questi farmaci funzionino".
Diversamente dai medicinali, che comunemente possono prevenire o curare una malattia o migliorare la salute, gli psicofarmaci sono ideati per sopprimere i sintomi, che ritornano una volta che il farmaco termina i suoi effetti. Intanto, le malattie fisiche che possono essere la causa dei sintomi, non vengono riconosciute e possono peggiorare.  Come le droghe illegali, gli psicofarmaci non forniscono altro che una temporanea scappatoia da problemi, comportamenti  indesiderati o emozioni spiacevoli. 
Ci sono milioni di reazioni chimiche che hanno luogo in continuazione. L'aggiunta di una sostanza aliena nel corpo, come ad esempio uno psicofarmaco, ne altera la normale biochimica.
A volte gli effetti collaterali di un farmaco possono essere persino più intensi dei suoi effetti previsti. Infatti si tratta della normale reazione del corpo all'introduzione di una sostanza chimica che ne altera le normali funzionalità.
"Quello che succede alla fine", dice il Dott. Beth McDougall, direttore medico di un centro per la salute, "è che qualcuno si sente meglio per un po' ma molto spesso deve poi aumentare la dose. A quel punto riprendono a star bene per un altro po', sino a che poi devono aumentare la dose ancora, oppure cambiano farmaco. Si tratta di quel tipo di soluzione, per la quale non arrivi alla radice del problema".
Gli psichiatri spesso non informano in modo completo i pazienti circa i trattamenti  farmacologici, sui rischi ed i risultati ottenibili, sulle possibili conseguenze negative, sul modo di trattare questi effetti collaterali,  sulle possibili cure alternative, sulla possibilità di conseguire il medesimo risultato attraverso altri interventi e gli eventuali rischi di questi ultimi, né tantomeno prescrivono analisi mediche sufficienti ad escludere che il loro problema non sia dovuto ad una condizione fisica mai curata.
Il Dott. Thomas Dorman, un internista, consiglia: "I medici dovrebbero prima di tutto ricordare che lo stress emozionale legato ad una malattia cronica o una condizione dolorosa può alterare il temperamento del paziente".
Tutti coloro che hanno un problema o sintomo mentale dovrebbero come prima cosa vedere un medico che non sia uno psichiatra. Questo potrebbe condurre un completo esame fisico, comprendendo tutti gli esami di laboratorio al fine di escludere la presenza di una vera malattia che sta causando o aumentando i sintomi della persona. Molti esperti in campo medico sono d'accordo che un disturbo fisico sottostante potrebbe giustificare un disturbo emotivo.
Ci sono molte alternative efficaci alla cura psicofarmacologica per poterle elencare tutte, ma nonostante ciò gli psichiatri spesso affermano che tali opzioni alternative non esistono e lottano per mantenere le cose in questo modo.
Sia i pazienti che i medici dovrebbero spingere i loro rappresentanti al governo a riconoscere, e sostenere finanziariamente, le cure alternative che non fanno ricorso a farmaci pericolosi.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche e richiedere l'applicazione del consenso informato secondo il Codice di Deontologia Medica art. 33, 34 e 35.
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus
Email info@ccdu.org
www.ccdu.org

1539 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria