Detti strumenti infatti non risolvono niente, non solo, ma finiscono per incattivire i delinquenti (ad ogni livello, anche a livello ministri, Galan and co. docent), i quali, una volta scontata la pena (posto che la scontino davvero, atteso che in Italia nessuno la sconta per intero) si trasformano subito in recidivi, e ciò succede nella stramaggioranza dei casi..
Ed allora, che fare ?
Allora, a mio avviso, sarebbe necessario (togliendo di mezzo gli avvocati di parte e demandando il giudizio a strutture pubbliche asettiche) far lavorare sotto stretta sorveglianza chi ha rubato in maniera tale che essi restituiscano qualcosa alla società, avendo cura ovviamente di fare una scelta fra chi può lavorare oppure no per questione di salute, (in quest’ultimo caso si dovrebbero predisporre degli ospedali ad hoc per riabilitandi), ferma restando la pena “lavorativa” in vita per chi ha ucciso, per gli ergastolani, rivedendo di volta in volta il loro grado di pentimento e/o riabilitazione.
Di certo, bisognerebbe (aspetto ancor più difficile) tener conto di chi non da il buon esempio, e cioè di certi personaggi che abbiamo nelle varie istituzioni politiche e non, le quali, a mio avviso, con il loro comportamento , tutte simil- Roma-Capitale, continuano ad alimentare l’illegalità, dando il cattivo esempio.
Non andrebbe sottaciuto anche che, chi sta in carcere non produce e viene mantenuto dalla società al punto da dover sentire da un ex-carcerato che non riesce a reinserirsi in un contesto di libertà che lo rifiuta : “ quasi quasi mi conviene tornare in carcere dove posso mangiare, dormire e studiare per ottenere un titolo di studio…il tutto gratis “.
Ma se questa classe politica, se le Istituzioni tutte insomma (difficile trovare delle eccezioni) continuano sportivamente a delinquere, è ovvio che questo insegnamento si riverserà a pioggia sulle classi sociali deboli aumentando la popolazione carceraria ed il costo sociale per mantenuti gratis..
Per questo, io penso che, attraverso esperti, in questa nuova era, ricercando delle modalità per il controlli dei detenuti, bisognerebbe studiare un nuovo percorso per il ripristino della legalità, e non certo attraverso le carceri o l’inasprimento delle pene che, ahimè, come vediamo, finiscono per ottenere l’effetto contrario. E neanche attraverso la condanna a certi servizi sociali come quelli ridicoli (da presa per il cesto delle persone oneste) comminati, tanto per ricordare, ad un nostro ex primo ministro…
ARNALDO DE PORTI