Nella relazione annuale che valuta la situazione dei diritti umani nel mondo, adottata dal Parlamento Europeo il 20 gennaio, gli eurodeputati hanno sottolineato la loro preoccupazione per i regimi autoritari che hanno usato la pandemia per giustificare misure eccessive volte a indebolire i principi democratici e le libertà fondamentali. Atti che minano gravemente i diritti umani, reprimono il dissenso e limitano lo spazio d’azione della società civile.
Ma non c’è solo questo, il Pe ha anche evidenziato le crescenti aspirazioni dei cittadini europei, e in particolare quelle delle generazioni più giovani, che si stanno mobilitando per attuare un cambiamento politico e sociale a sostegno dei diritti umani, della democrazia, dell’uguaglianza e della giustizia sociale, oltre che per un’azione più ambiziosa per il clima e una protezione dell’ambiente più efficace.
Proprio a tal fine, durante la discussione, ciò che è venuto fuori con più forza è la volontà di voler rafforzare le istituzioni democratiche, e per questo il Pe ha chiesto all’Ue tutta, compresi gli Stati membri, di continuare a sostenere il rafforzamento delle istituzioni democratiche e i processi elettorali trasparenti e credibili in tutto il mondo, di lottare contro l’impunità, di garantire che le organizzazioni della società civile possano continuare a lavorare e di combattere le disuguaglianze.
Gli eurodeputati hanno anche esortato i Paesi Ue a sviluppare una strategia per contrastare la crescente tendenza degli Stati a recedere e opporre resistenza rispetto alle norme internazionali a protezione dei diritti umani.
A tal fine, l’europarlamento continua a spingere per l’attuazione urgente del nuovo regime globale di sanzioni dell’Ue in materia di diritti umani, come parte essenziale degli strumenti europei esistenti in materia di tutela dei diritti dell’uomo e di politica estera. Tale meccanismo dovrebbe servire a rafforzare il ruolo dell’Ue come attore globale in materia di diritti umani, permettendo sanzioni mirate contro individui, autorità statali e non, e altre entità responsabili o anche solo complici di gravi violazioni dei diritti umani in tutto il mondo.
Il testo non legislativo è stato approvato con 459 voti favorevoli, 62 contrari e 163 astensioni.
“Come deputati – ha commentato la relatrice del testo, l’eurodeputata Isabel Santos (S&D, PT) -, è nostro dovere parlare a voce alta e con chiarezza quando si tratta di diritti umani e della necessità di riconoscere e proteggere tutti coloro che lavorano instancabilmente e in situazioni difficili da onorare. Per ottenere credibilità come Unione Europea, è fondamentale che parliamo e agiamo con una sola voce e solida sui diritti umani. Non dobbiamo deludere coloro che guardano all’Europa con speranza”.
(aise)