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Pavia, l'UDU vince un altro ricorso al TAR. Tasse troppo alte, l'Università dovrà risarcire

| Scritto da Redazione
Pavia, l'UDU vince un altro ricorso al TAR. Tasse troppo alte, l'Università dovrà risarcire

Il TAR Lombardia di Milano, con sentenza 123/2014, ha accolto il terzo ricorso del Coordinamento per il Diritto allo Studio relativo agli aumenti sconsiderati della contribuzione studentesca, a partire dal 2010.

 

In data 14 gennaio 2014 il TAR di Milano ha accolto il ricorso del Coordinamento per il Diritto allo Studio – UdU Pavia, grazie all’ottimo lavoro dell’avvocato Massimo Ticozzi, per l’annullamento del bilancio preventivo del 2012 (approvato nella seduta del 20 dicembre 2011 dal CdA dell’Università di Pavia, in spregio alla sentenza con cui, già nel 2011, il TAR aveva annullato, per gli stessi vizi, il bilancio preventivo del 2010). Il TAR ha accertato un’eccedenza di oltre 1,7 milioni di euro, che ora l’Università dovrà restituire agli studenti.

 

Il D.P.R. 306/1997, prima delle deleterie modifiche apportate dal Governo Monti, sostenuto da PD, PdL, UDC e FLI, prevedeva per tutti gli atenei pubblici che gli introiti derivanti dalla contribuzione studentesca non potessero superare il 20% dei fondi ministeriali. Con i tagli all’istruzione apportati dalla “riforma Gelmini”, quasi tutte le Università hanno deciso di aumentare la contribuzione studentesca, il più delle volte sforando il tetto massimo del 20% previsto per legge.

 

Per quanto riguarda il bilancio preventivo del 2012, l’Università di Pavia ha sforato suddetto limite dell’1,354%, pari a 1.723.696,40 euro.

Questa sentenza annulla il bilancio preventivo dell’Università di Pavia, come già verificatosi per i bilanci relativi agli anni finanziari 2010 e 2011.

Il 16 novembre 2011 il TAR di Milano aveva accertato la violazione della soglia invalicabile del 20% da parte del nostro Ateneo, condannando lo stesso a restituire agli studenti l’eccedenza, pari a circa 1,7 milioni di euro.

Il 26 aprile 2013 il TAR di Milano aveva nuovamente accolto il ricorso del Coordinamento per il Diritto allo Studio, dell’associazione Dottorandi Pavesi e di altri 31 studenti, accertando uno sforamento di 2.168.184,00 euro.

 

Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Il fatto che il TAR abbia accolto il ricorso dell’UdU Pavia, annullando per la terza volta consecutiva il bilancio 2012 dell’ateneo pavese per lo sforamento della soglia del 20% posta alla contribuzione studentesca, è la dimostrazione di come i tagli all’istruzione pesino ancora una volta, solo e soprattutto, sulle spalle di noi studenti, schiacciati da un aumento della tassazione illegittima. Negli anni scorsi avevamo denunciato lo sforamento di ben 36 atenei alla soglia del 20% per un totale di oltre 200 milioni di euro ‘rubati' agli studenti, situazione a cui l’ex Ministro Profumo aveva posto dei palliativi atti a permettere un aumento ulteriore della tassazione senza che gli atenei potessero risultare fuorilegge, quali erano.”

 

All’epoca della prima sentenza, risalente al 2011, il TAR aveva anche respinto l’eccezione di incostituzionalità della soglia massima del 20%, avanzata dall’Università di Pavia, dichiarando tale soglia perfettamente legittima, ragionevole e non lesiva dell’autonomia finanziaria dell’Università.

“Dopo le prime due sentenze, entrambe appellate dall’Università dinanzi al Consiglio di Stato, questa terza rafforza ulteriormente quello che sosteniamo da anni: il parametro del 20% non è indicativo, bensì vincolante, perché tutela il diritto allo studio ed il carattere pubblico dell’università – dichiara Luca Zecchin, segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio – UdU Pavia –. Gli studenti non possono essere considerati come degli utenti che usufruiscono di un prodotto. L’istruzione pubblica non solo deve essere accessibile a tutti, libera, laica e democratica, ma deve pure rispettare l’art. 34 della Costituzione, il quale al terzo comma precisa che i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Inoltre, l’art. 33 prevede che la Repubblica istituisca scuole statali per tutti gli ordini e i gradi, norma che non può essere elusa facendo pagare l’università pubblica agli studenti, come se fosse privata”.

 

“Con un quarto ricorso ancora pendente stiamo cercando di dimostrare che la norma introdotta dal governo Monti, la quale solo nel 2012 ci ha 'scippato' quasi 2 milioni e mezzo di euro, non può trovare applicazione ed è comunque incostituzionale” – dichiara il segretario del Coordinamento –“Chiediamo, in ogni caso, che questa iniqua e orrenda norma venga modificata a tutela dei diritti degli studenti e del carattere pubblico dell’università. I ricorsi in appello dell’Università non hanno fermato e non fermeranno le nostre battaglie per riappropriarci dei nostri diritti. In passato l’Università di Pavia ha prima attaccato le nostre tesi alla base dei ricorsi, ritenendole totalmente infondate, per poi affermare che lo sforamento del 20% è stato reso necessario dai tagli all’istruzione, sostenendo che gli studenti avrebbero dovuto pagare i servizi per non vederseli tagliati”.

 

Luca Zecchin conclude: “Continueremo la nostra lotta per garantire che l’università sia realmente per tutti gli studenti uno strumento di crescita, emancipazione, diffusione del sapere, senza la necessità di dover provenire da una condizione economica agiata. Continueremo la nostra lotta per garantire servizi pubblici accessibili a tutti, ma soprattutto affinché la contribuzione non può e non deve mai essere commisurata al servizio fruito, ma alla situazione reddituale di chi ne fruisce”.

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