Sabato, 20 aprile 2024 - ore 03.32

Pavia.Il futuro dei parchi

| Scritto da Redazione
Pavia.Il futuro dei parchi

Il convegno di Pavia rilancia il ruolo fondamentale di presidio dei parchi lombardi
"Quella sul futuro dei parchi è una sfida che non riguarda solamente gli addetti ai lavori, coloro cioè che si occupano di ambiente e di aree protette ma riguarda tutti i cittadini perché stiamo parlando di un bene comune da salvaguardare e da valorizzare". È questo il primo messaggio emerso durante il convegno del 29 aprile scorso "Aree protette: innovazione e conservazione. Tutto (o quasi) quello che faremo per le aree protette in Lombardia", organizzato dal Gruppo regionale del Pd e dal Forum ambiente del Partito democratico nella campagna pavese, a due passi dal Ticino e dal Po, dentro il perimetro del primo parco lombardo, quello del Ticino, nato nel 1974.
A coordinare il convegno Giuseppe Villani che nell'introdurre i lavori ha tenuto a precisare che le questioni in campo sono parte integrante della visione che il PD ha dello sviluppo: "un'idea di sviluppo compatibile che è per la difesa del suolo, per le politiche di produzione energetica da fonti rinnovabili, per la costante valorizzazione delle bellezze naturali che segnano il nostro Paese e una regione fortemente antropizzata come la Lombardia. Il nostro è un impegno che non si limita alle pure dichiarazioni di intenti ma arriva a mettere in campo proposte normative concrete in grado di misurarsi con le sfide che richiedono oggi le aree protette, prime fra tutte la salvaguardia e la promozione dei beni ambientali".
Villani ha anche ricordato che la Lombardia è la regione che per prima ha introdotto un modello di gestione dei parchi che ha poi guidato le normative di altre regioni italiane. Un modello che in quasi trent'anni ha dato risultato eccellenti. "Si tratta però - ha tenuto a specificare - di un sistema fragile e fortemente attaccato da un federalismo parolaio che mentre dichiara la volontà di lasciare alle Regioni e agli enti Locali l'autonomia di governo dei territori, allo stesso tempo sferra un attacco vero e proprio alla partecipazione dei Comuni, alla loro capacità di risposta ai bisogni dei cittadini lombardi e ad una politica di integrazione e condivisione delle scelte istituzionali".
Occorre invece "creare quella partecipazione collettiva che c'è stata 30 anni fa, quando il percorso dei parchi ha avuto inizio" hanno puntualizzato Luigi Duse, vicepresidente del Parco del Ticino e Agostino Agostinelli, presidente del Parco Adda Nord, per i quali va esplorata "un'idea del parco non come vincolo, ma come motore di sviluppo di un'agricoltura di qualità e di un turismo responsabile. Un'idea che richiede l'investimento di risorse umane ed economiche per dare sostanza ai nostri progetti di sviluppo delle aree protette".
"Oggi - conclude Villani - è sul tavolo della discussione una proposta di legge regionale che entra pesantemente su alcune questioni: la forma di gestione dei parchi, il ruolo di Regione Lombardia, il sistema di programmazione. Temi che sembrano lasciare sullo sfondo invece la funzione di valorizzazione ambientale che va rafforzata e le forme di finanziamento delle politiche e dei programmi del parco. Riteniamo che la forza dei parchi stia nella capacità di mantenere un forte ruolo pianificatorio e programmatorio, un forte potere territoriale in capo ai Comuni e un passaggio indispensabile dalla tutela tout-court alla tutela-valorizzazione-fruizione delle aree protette. È una sfida cui siamo chiamati e che, come emerso dal convegno, riusciremo a vincere con l'apporto di tutti".

fonte:
http://www.pdregionelombardia.it/novita7ggdettaglio.asp?ID=2865

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