Giovedì, 16 maggio 2024 - ore 16.11

Per una nuova economia | Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Per una nuova economia | Rosario Amico Roxas

L'evoluzione dell'economia, dopo il fallimento del capitalismo liberista, interpreta la cooperazione come un nuovo capitalismo, definendolo “capitalismo sociale”, ovvero la profonda modificazione delle persone e delle organizzazioni coinvolte nel sistema della cooperazione.

Il capitalismo sociale si articola contemporaneamente in quattro direzioni ben precise: quella del sociale, del locale, dell'etica e dell'economia;  : il collante di tutto è  dettato dalle persone, il vero e proprio capitale umano, con capitale lavoro e capitale finanziario che collaborano escludendo lo sfruttamento del lavoro, inteso come merce.

Un motivo di fondo per l'affermazione del capitalismo sociale è l’analisi delle profonde contraddizioni implicite nelle forme di liberismo economico che si sono andate affermando negli ultimi decenni. In generale viene messo in evidenza   come le politiche liberiste hanno prodotto conseguenze nefaste sulle persone minandone il carattere sociale, valore che è elemento imprescindibile del pensiero conservatore e liberista; svuotata del carattere sociale la piccola e media borghesia del lavoro, ha finito con il perdere la propria identità e la propria individualità come irrepetibile soggetto umano; è così che è avvenuta l'identificazione del lavoratore come un numero, o come merce da comprare e poter mettere da parte a proprio piacimento, un “usa e getta”  gestito dal capitalismo liberista, sempre più convinto di poter generare denaro e  altro denaro, senza ricorrere alla fastidiosa incombenza di produrre lavoro

La cooperazione rivaluta l'uomo, restituendogli la dignità della sua opera che si concretizza nel lavoro e nell'intima soddisfazione del "fare" per gli altri e per se stesso.

Il problema è di nuova identità, perché nel corso di questi pochi anni nei quali si è sviluppata l’attuale crisi, che è crisi del liberismo capitalista, l’individuo ha iniziato l’itinerario liberatorio, almeno in parte, dalla gabbia d’acciaio dell’impresa e dello Stato, ma al suo posto non sono sorte comunità più libere e nessuna democrazia partecipativa sembra essersi sostituite ad essa. . L’individuo si è trovato soltanto più solo a gestire la flessibilità e la frammentarietà della propria esperienza di vita, particolarmente nella sfera del lavoro.  Ancora incombe la spada di Damocle del liberismo, specialmente in Europa, dove, ancora oggi, resiste al vertice la Merkel che ha dichiarato la terza guerra mondiale ai paesi europei, utilizzando un’arma più subdola dei  V1  e V2: lo spread, che agita come una clava come se volesse ricacciare l’intera Europa nei campi di sterminio dell’economia.

 

 

Rosario Amico Roxas

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