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Per vincere facile | RAR

| Scritto da Redazione
Per vincere facile | RAR

L’odierna richiesta della fiducia al Senato, da parte del nuovo PdC Renzi, ha avuto toni esaltati, ma difficilmente concretizzabili con l’attuale composizione del governo, ufficialmente presieduto da Renzi, ma con la malefica ambra di Berlusconi sempre presente.

Renzi ha concesso due ministeri-chiave alla famelica voglia di potere del pregiudicato; la Giustizia e lo Sviluppo economico, rispettivamente assegnati ad Andrea Orlando (la Giustizia) e a Federica Guidi lo Sviluppo economico, entrambi nominati di fatto da Berlusconi.

Orlando di Giustizia non capisce nulla e dovrebbe approntare i punti centrali di una riforma che tanto preme a Berlusconi; il  neo ministro ha appena un diplomino di maturità scientifica, quindi una carriera di partito, ma non avrà problemi, i punti salienti della riforma li scriverà direttamente Ghedini, selezionando le modifiche che gli servono per difendere il pregiudicato DAI processi presenti e quelli futuri.

Federica Guidi è stata Direttore Generale dell’azienda di famiglia la Ducati Energia SPA, il suo nome venne imposto a Renzi dopo una cena ad Arcore con la medesima Federica; in quella occasione vennero anche dilatate  le incombenze da affidarle con l’aggiunta della delega sulle TV, che tanto interessano al pregiudicato. Formalmente la Guidi si è dimessa subito dopo aver ricevuto l’incarico, ma serve a poco e non certo ad allontanare l’ombra di un colossale conflitto di interessi, con l’aggiunta del controllo sulle TV che servirà a pareggiare i conti con il Berlusconi che l’ha nominata, Renzi compiacente.

A ciò si deve aggiungere il terzetto di NCD, tutti fedelissimi di Berlusconi, con Alfano al Ministero degli Interni, da dove si controllano le Forse dell’Ordine.

Renzi oggi chiede la fiducia e l’avrà, ma solo perchè non l’ha chiesta al popolo elettore… ma si sa… è molto meglio “vincere facile” che correre pericolosi rischi.

Per evitare doppioni critici, accludo una parte dell’articolo di Marco Travaglio:

“Già la lista con cui è entrato al Quirinale presentava poche novità vere, anzi una sola: quella del magistrato antimafia Nicola Gratteri alla Giustizia. Quella che ne è uscita dopo due ore e mezza di cancellature a opera di Napolitano è un brodino di pollo lesso che delude anche le più tiepide aspettative di svolta. E il fatto che la scure di Sua Maestà si sia abbattuta proprio su Gratteri la dice lunga sul livello di non detto dei patti inconfessabili che Renzi ha voluto o dovuto stringere col partito trasversale del Gattopardo. Se il premier fosse quello che dice di essere, avrebbe dovuto tener duro su Gratteri o mandare tutto a monte. Invece s’è democristianamente genuflesso a baciare la pantofola e ha nominato il ragionier Orlando, ultimamente parcheggiato all’Ambiente (“Orlando chi?”, avrebbe detto Renzi qualche giorno fa), rinunciando a dare una sterzata alla Giustizia.”

Rosario Amico Roxas

2014-02-25

 

 

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