Sarà Antonella Dell’Aquila, venerdì 3 giugno alle 17.30, a presentare alla Biblioteca Besurica, nell’ambito dell’iniziativa “Piacenza che scrive”, il libro “Quello che resta di una vita” (Compagnia della Stampa, Massetti Rodella Editori), che la stessa Dell’Aquila ha curato insieme ad altri autori appartenenti a “Sereniesempreuniti”, l’Associazione dei Familiari delle Vittime del Covid-19.
Si tratta di un libro che raccoglie storie di persone la cui esistenza è stata stroncata dal virus durante la prima ondata della pandemia, quando si sapeva ancora poco e le informazioni erano confuse. “Persone normali, che conducevano una vita normale e, alla fine, si sono trovati a vivere una situazione che non li farà mai più sentire come prima. Questa – spiega l’autrice – è la narrazione di chi, mai, avrebbe pensato di dover affidare alle parole scritte, il compito di dare voce a tutti quelli che, ormai, di voce non ne hanno più. Ringrazio in proposito l’assessore alla Cultura e al Turismo Jonathan Papamarenghi per averci invitato al ciclo di incontri, perché anche Piacenza ha vissuto, durante la prima ondata della pandemia, giorni bui e gonfi di dolore come le città di Bergamo e Brescia”. Aggiunge Dell'Aquila: “Questi sono i ricordi, i sogni e i dolori di persone che hanno sofferto doppiamente per raccontare il dramma che li ha colpiti. Nel libro sono raccolte le motivazioni che hanno portato un gruppo di quasi seicento persone a lottare, per capire cosa realmente sia successo, per avere verità e giustizia. Questi siamo noi, sopravvissuti, ma sereni e sempre uniti”.
Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto interamente all’Associazione no-profit “Sereniesempreuniti”che ha finalità di carattere sociale e culturale legate alla pandemia e alle conseguenze sociali, psicologiche, culturali ed economiche da questa generate. L'associazione si costituisce nel dicembre 2021 come naturale evoluzione del gruppo denominato “Sereni”, nato nel maggio del 2020 ad opera di Cassandra Locati, oggi presidente del sodalizio. Cassandra crea un blog che raccoglie inizialmente il dolore e le dichiarazioni di chi, come lei e la sorella Consuelo, avvocata, aveva perso un proprio caro soprattutto durante la prima ondata del Covid nel 2020. In seguito, grazie al lungo lavoro di ricerca documentale avviato da Consuelo e da un team di legali da lei coordinato, il gruppo deposita esposti presso la Procura di Bergamo ed avvia una causa civile presso il Tribunale di Roma in rappresentanza di seicento familiari di vittime del Covid in Italia, ravvisando responsabilità gravi nella gestione della pandemia e sostenendo che diverse vite avrebbero potuto essere salvate.
Per informazioni consultare il sito www.familiarivittimecovid19.it