Pianeta Migranti. Il progetto ‘Apri’ della Caritas accoglie mille migranti nelle diocesi
La Caritas e le diocesi promuovono il progetto finanziato dalla Cei, che si chiama ‘APRI’, acronimo dei quattro verbi indicati del Papa: accogliere, proteggere, promuovere, integrare. ‘APRI’ offre accoglienza a 1000 migranti lasciati per strada dai decreti sicurezza. Una forma concreta di obiezione di coscienza ai decreti.
Lo si sapeva e così è avvenuto! I decreti sicurezza hanno fatto aumentare gli irregolari (circa 140.000) a rischio di espulsione, che sono finiti in strada.
Non basta cancellare con un tratto di penna la protezione umanitaria per far sparire i migranti! Il presidente Mattarella aveva avvertito che i decreti andavano cambiati almeno in certi contenuti, ma ciò non è avvenuto.
“ La nuova normativa – secondo Forti responsabile dell’immigrazione per la Caritas – ha messo molta gente in regola per strada. Ha chiuso gli Sprar ai richiedenti asilo, i quali sono finiti nei grandi centri dove non si fa attività di integrazione. Inoltre, molti centri di accoglienza sono stati chiusi per il taglio dei fondi. Tante piccole associazioni e cooperative non hanno più partecipato ai bandi ed hanno finito di operare. C’è anche il problema dei rifugiati che hanno terminato il percorso nei nuovi Siproimi e non sanno dove andare. Per tutte queste persone il rischio concreto è di non trovare alloggio e lavoro perché non hanno più ricevuto formazione e supporto adeguato. Spesso, sono rimaste solo le realtà promosse dalle Caritas a farsi carico dei richiedenti asilo e dei rifugiati sui territori in questa politica di accoglienza al ribasso che ha fatto perdere anche molti posti di lavoro”.
A questa situazione, frutto di decreti dissennati, la Caritas e le diocesi rispondono dando ospitalità per sei mesi a 1000 migranti irregolari, in situazione di particolare vulnerabilità. Grazie a fondi della Cei e a quelli delle diocesi (non fondi pubblici) la Caritas aiuterà le famiglie ‘tutor’ che si renderanno disponibili e i volontari a costruire progetti per l’accoglienza e l’integrazione per le situazioni più critiche di famiglie con bambini e singoli. Ogni beneficiario riceverà un contributo di dieci euro mentre le Chiese locali copriranno gli altri costi.
Il progetto si pone in continuità a quello precedente “Rifugiato a casa mia” messo in atto sempre dalla Caritas.