Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 20.16

Pianeta Migranti. Vogliono liquidare il modello di accoglienza di Riace.

Un paese rifiorito con l’arrivo dei migranti. Un modello studiato in tutto il mondo a tal punto che il sindaco Mimmo Lucano ha ottenuto riconoscimenti internazionali ma che è una spina nel fianco per quanti nel nostro paese vogliono la politica del “dagli all’immigrato”. Padre Zanotelli da Riace ci invita a riflettere e ad non assuefarci.

| Scritto da Redazione
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Pianeta Migranti. Vogliono liquidare il modello di accoglienza di Riace.

Un paese rifiorito con l’arrivo dei migranti. Un modello studiato in tutto il mondo a tal punto che il sindaco Mimmo Lucano ha ottenuto riconoscimenti internazionali ma che è una spina nel fianco per quanti nel nostro paese vogliono la politica del “dagli all’immigrato”. Padre Zanotelli da Riace ci invita a riflettere e ad non assuefarci.

Sono a Riace per un campo GIM (Giovani Impegno Missionario) in solidarietà con il sindaco Mimmo Lucano, oggi sotto pesante attacco per le sue politiche di accoglienza. Mimmo è stato capace di trasformare questo antico borgo calabrese, semi-abbandonato per le emigrazioni dei residenti, in un paesino pieno di vita, grazie all’accoglienza di profughi del sud del mondo.

Un’esperienza straordinaria che evidenzia che i migranti non sono una minaccia, ma una risorsa. Il modello Riace è conosciuto in tutto il mondo, ma non in Italia, dove questa esperienza è ostacolata. Soprattutto ora che in Italia il razzismo e la xenofobia sono arrivati al governo nella persona di Matteo Salvini, Ministro degli Interni. Pesanti gli attacchi del titolare del Viminale contro i profughi sino ad arrivare alla guerra contro le ONG nel Mediterraneo accusandole di collaborare con gli scafisti e impedendo loro l’attracco nei porti.

Lo abbiamo visto con la nave Aquarius che ha salvato 141 profughi. Lo abbiamo visto a fine agosto con la nave Diciotti: “Intervenga la Ue o li rispediamo in Libia”.

Siamo ora davanti a un razzismo di Stato preparato, però, per un ventennio da governi di centro-destra e centro-sinistra con leggi e decreti come la Fini-Bossi, i decreti Maroni e gli accordi di Minniti con la Libia e con il Niger. Leggi e politiche che hanno intercettato il crescente razzismo del popolo italiano. Un fenomeno che deve essere attentamente studiato e che interpella tutti: Chiese, società civile, cittadinanza attiva.

La Chiesa italiana deve fare un serio esame di coscienza per capire quanto i cristiani (preti e vescovi inclusi) abbiano contribuito a questo disastro. È mai possibile che le comunità cristiane abbiano dimenticato le chiare parole di Gesù sull’amore e abbiano invece accolto il vangelo dell’odio di Salvini?

Non si può essere discepoli di Gesù e di Salvini. O l’uno o l’altro. Per essere veri discepoli di Gesù non basta accogliere la Parola, bisogna metterla in pratica. Perché solo poche Chiese e conventi si sono aperti per accogliere il “forestiero”? Perché ancora nessuna Chiesa in Italia si è proclamata “chiesa-rifugio” (sanctuary movement) per difendere chi sarà deportato a morte sicura? In Germania già parecchie Chiese lo hanno fatto. Quante comunità cristiane hanno solidarizzato e partecipato al “digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti”, iniziato da realtà ecclesiali il 10 luglio, davanti a Montecitorio contro le politiche migratorie dell’attuale governo? Un digiuno che noi vogliamo continuare.

“La Chiesa è chiamata a essere non il termometro che misura le idee della società – diceva Martin Luther King – ma il termostato che trasforma il costume della società”. Questo fenomeno interpella seriamente anche la società civile. Ma perché quest’ultima è così incapace di organizzarsi per contrastare questo fascio-leghismo nostrano? Il popolo americano che vive la traumatica esperienza di Trump (molto peggio di Salvini) è capace di organizzarsi, di reagire, di essere in piazza, mentre da noi c’è un’indifferenza generalizzata tra la gente.

Saprà la società civile italiana rifarsi gli anticorpi per salvare la propria democrazia?

Un altrettanto esame di coscienza dovrà farselo la cittadinanza attiva così viva con gruppi, comitati e reti. Saranno tutte queste realtà capaci di unirsi per fermare quest’onda nera del razzismo e della xenofobia che rischia di travolgere il nostro Paese e L’Europa? È un compito fondamentale. E per portarlo a compimento è necessaria la politica della disobbedienza civile su larga scala contro quelle leggi che disumanizzano i nostri migranti e, alla fine, anche noi. Dobbiamo gridare a tutti che abbiamo il “diritto di avere diritti”, come amava ripetere Rodotà.

È quanto ho appreso in questi dieci giorni a Riace dal sindaco Mimmo Lucano, un uomo appassionato di relazioni umane così come sostenitore infaticabile di un modello sociale capace di accogliere tutti in pari dignità. È una lezione importante per l’attuale società della disuguaglianza e della non accoglienza. Ci auguriamo che Riace faccia scuola.

Editoriale della rivista Mosaico di Pace www.mosaicodipace.it/

 

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