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Poesia in provincia di Cremona, ad Acquanegra ‘Il realismo terminale’ di Oldani

Appuntamento sabato 5 dicembre, alle ore 17:00, presso la Sala Civica di Acquanegra Cremonese (Piazza delle Arti, 5)

| Scritto da Redazione
Poesia in provincia di Cremona, ad Acquanegra ‘Il realismo terminale’ di Oldani

Il Circolo Poetico Correnti e l’Associazione Confine - Offrire cittadinanza al dolore, con il patrocinio del Comune di Acquanegra Cremonese, organizzano, sabato 5 dicembre, alle ore 17:00, presso la Sala Civica di Acquanegra (Piazza delle Arti, 5), un incontro con il poeta Guido Oldani intitolato come il suo libro Il realismo terminale, edito da Mursia nel 2010. L’ingresso è libero e la presentazione è a cura di Alberto Mori.

Oldani è l’ideatore del realismo terminale, che si palesa nel terzo millennio. Nella realtà, la natura è divenuta azionista di minoranza, azionisti di maggioranza sono gli oggetti. Si annulla la distanza fra i prodotti e l’uomo che incomincia ad assimilarli. Nasce un modo radicalmente diverso di interpretare il mondo e di rappresentarlo, anche artisticamente, a partire dalla poesia.

Scrive Alida Airaghi: «Il poeta Guido Oldani propone qui una lunga e ironica meditazione, “che è anche una lettura del mondo”, sulla proliferazione minacciosa degli oggetti, che hanno finito per spodestare la natura, per ingabbiare l’uomo e per modificare, trasformandole, arte e poesia. Si tratta di un testo provocatorio e paradossale, spesso addirittura parodistico, perché la “valenza ironica è forse l’unica forza rivoluzionaria riscontrabile nella contemporaneità”. Nel XX secolo ha avuto inizio una urbanizzazione esasperata, che ha sconvolto equilibri naturali e sociali millenari, producendo eventi sismici planetari nelle coscienze e nei comportamenti umani. La poesia italiana non si è sottratta a questo cataclisma “terminale”, a partire dal futurismo con la sua “effervescenza ottimistica” e veloce, per passare alle “cose polverose, semi inutili, nostalgiche” dei crepuscolari, e per arrivare – attraverso “gli imprescindibili” ermetici e surrealisti – ai prodotti odierni: “oggetti-diluvio” del neorealismo, con l’ansia ideologica e politica del riscatto; e collasso degli oggetti nella neoavanguardia, ipnotizzata dal significante. Dopo il 2000, tutto si artificializza, e la natura imita gli oggetti: “Non più un aereo assomiglia a un gabbiano, ma viceversa, per sempre sarà il viceversa”. In questo modo “si rovescia completamente la lettura estetica del mondo”. Come reagire, come osare una ribellione? Oldani ha un solo suggerimento da dare: l’ironia. Al dilagare dell’oggettismo si può e si deve rispondere con il sogghigno sarcastico, con lo sberleffo. Se anche l’immaginario è diventato oggettofilo e oggettotropico (i popoli non emigrano per fame, ma per impossessarsi del miraggio della “roba”), l’unica libertà concessaci è il rifiuto. La scrittura di Oldani, a partire da queste premesse, si fa canzonatoria e pungente, irridendo pubblicità, psicanalisi, economia, religione e, ovviamente, la poesia attuale, paludata e salottiera, stracolma di “oggetti”, ma definitivamente morta».

Guido Oldani è nato nel 1947 a Melegnano (MI). È attualmente una delle voci poetiche internazionali più riconoscibili. Ha pubblicato sulle principali riviste letterarie del secondo Novecento ed è autore delle raccolte Stilnostro (CENS, 1985), introdotta da Giovanni RaboniSapone (2001), edita dalla rivista internazionale KamenLa betoniera (LietoColle, 2005). È stato curatore dell’Annuario di Poesia. Con Mursia ha inaugurato la Collana Argani, che dirige, pubblicando Il cielo di lardo.

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