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Polonia: Tante le incognite sul trionfo storico di PiS di Matteo Cazzulani

Il partito conservatore polacco ottiene la maggioranza dei seggi e può formare un Governo in solitaria per la prima volta nella storia del Paese. Completata la riscossa dopo una lunga parentesi all'opposizione

| Scritto da Redazione
Polonia: Tante le incognite sul trionfo storico di PiS di Matteo Cazzulani

Varsavia - Quella del partito conservatore polacco Diritto e Giustizia -PiS- nelle elezioni parlamentari di Domenica, 25 Ottobre, è una vittoria assoluta che fa storia per numeri e portata. Come sancito dai dati definitivi, il PiS ha ottenuto la maggioranza dei seggi in parlamento, grazie ad un 37% che vale la nomina di 230 deputati. Seconda, staccata al 24%, è la moderata Piattaforma Civica, forza di Governo uscente che, con 137 deputati, sarà il Gruppo parlamentare più numeroso dell'opposizione.

A seguire, con l'8% e 43 deputati, vi è il movimento populista Kukiz15, seguito dai social-liberali di Moderna, quarti con il 7% dei consensi e 32 Deputati, ed il Partito contadino PSL, ultima forza a superare la soglia di sbarramento con il 5%, pari a 17 Deputati.

La presenza di un solo partito, PiS, con la maggioranza dei seggi rappresenta un fatto storico per la Polonia, così come l'assenza di forze politiche di sinistra, in quanto la coalizione della Sinistra Unita ha solamente sfiorato l'8% di sbarramento richiesto alle coalizioni per entrare in parlamento.

Grazie allo storico risultato elettorale, PiS può formare un Governo monocolore che, come confermato dalla Direzione del partito, sarà guidato da Beata Szydlo, Vicepresidente del PiS e candidata a premier del partito conservatore.

Tra Governo e opposizione

Quella del PiS, forza politica di orientamento conservatore con una forte vocazione sociale appartenente al gruppo dei Conservatori e Riformatori Europei -ECR- è una parabola politica iniziata nel 2001 su iniziativa dell'allora Ministro della Giustizia, Lech Kaczynski, e del suo fratello gemello, Jaroslaw Kaczynski, destinato a guidare PiS fino ad oggi.

Dopo la vittoria di Lech Kaczynski nelle elezioni presidenziali del 2005, nello stesso anno PiS vince anche le elezioni parlamentari, dando vita ai Governi guidati da Kazimierz Marcinkiewicz e Jaroslaw Kaczynski, in coalizione con il partito populista Samobrona e la Lega delle Famiglie Polacche.

Sconfitto nelle elezioni parlamentari anticipate del 2007 dalla PO dopo la caduta del Governo, PiS inizia un lungo periodo all'opposizione, che continua dopo la vittoria di Bronislaw Komorowski su Jaroslaw Kaczynski nelle elezioni presidenziali anticipate del 2010, rese necessarie in seguito alla Catastrofe di Smolensk, nella quale il Presidente Lech Kaczynski viene ucciso.

Per PiS, sconfitto dalla PO del riconfermato Premier Donald Tusk nelle elezioni parlamentari del 2011, la riscossa inizia con le elezioni presidenziali del 2015, nelle quale il giovane europarlamentare Andrzej Duda, presentatosi come l'erede di Lech Kaczynski, spodesta Komorowski dalla presidenza della Polonia, aprendo la strada alla storica vittoria del PiS nelle elezioni parlamentari dello scorso 25 Ottobre.

Tra Lech Kaczynski e Orban

Se sul piano della politica interna il nuovo Governo si presenta con un programma chiaro, basato su abbassamento dell'età previdenziale, incentivi alle famiglie con figli, maggiore controllo dello Stato sull'economia nazionale, in politica estera PiS rappresenta un'incognita.

Di sicuro, il governo PiS sosterrà l'iniziativa del Presidente Duda atta a rendere la Polonia il Paese leader dell'Europa Centro Orientale, così da tutelare gli interessi della regione, altrimenti nota come Intermarium, in seno ad un'Unione Europea sempre più germanocentrica.

Proprio la Germania rappresenta un punto di discontinuità che il Governo PiS intende approntare, ponendo fine alla realizzazione della "Politica dei Piasti" che i precedenti esecutivi della PO hanno seguito per rafforzare i rapporti della Polonia con la Germania.

Sul fronte est, il governo PiS potrebbe riprendere l'iniziativa di Lech Kaczynski legata all'attuazione della "Politica Jagellonica", i cui postulati prevedono un ruolo attivo della Polonia per garantire democrazia, libertà ed indipendenza in Ucraina e nei Paesi dello spazio ex-sovietico la cui sovranità è messa a serio repentaglio dall'imperialismo di stampo militarista della Russia di Putin.

Tuttavia, segnali preoccupanti presentano la possibilità che il nuovo PiS sia incline ad abbandonare la lezione di Lech Kaczynski per abbracciare la cosiddetta "Politica dei Kresy", che prevede un atteggiamento di ostilità nei confronti di Ucraina e Lituania basato su tensioni etniche legate al periodo interbellico: una situazione che, alla lunga, finisce per favorire gli interessi della Russia di Putin in Europa Orientale.

In caso di ripristino dell'impegno di Lech Kaczynski in sostegno della libertà dei popoli europei oggi soggetti all'aggressione militare russa, la Polonia potrebbe finalmente ritornare ad essere il Paese-modello per Ucraina, Moldova e Georgia nel loro lento e faticoso cammino verso l'integrazione nella comunità Euroatlantica.

Nel caso, invece, la dottrina dei Kresy dovesse prendere il sopravvento presso il Governo PiS, la Polonia rischierebbe seriamente di replicare quanto avvenuto in Ungheria con il Governo di Viktor Orban, in cui un Partito, Fidesz, erede della resistenza anti-sovietica è finito per diventare una delle forze politiche più apertamente a favore dell'atteggiamento imperialista di Putin in Ucraina e Georgia.

Matteo Cazzulani, Analista Politico dell'Europa Centro Orientale, @MatteoCazzulani

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