Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 12.19

Ponte sul Po: per lo sviluppo servono le infrastrutture |CNA

| Scritto da Redazione
Ponte sul Po: per lo sviluppo servono le infrastrutture |CNA

I problemi legati al ponte sul Po’ ci trovano costretti ad intervenire nuovamente su una questione fondamentale che è legata allo sviluppo del nostro territorio. Se consideriamo la situazione infrastrutture del nostro territorio, sarebbe troppo facile affermare che “si vuole isolare Cremona per avvantaggiare altre località” ma non ci sentiamo di cavalcare questa tesi. Vogliamo però affermare che mentre noi stiamo attenti a salvaguardare il nostro territorio da un possibile sviluppo economico e da un possibile evento facilitatore di sviluppo industriale con conseguente sviluppo occupazionale, altri, già serviti da infrastrutture e guarda caso, proprio da quella malefica e diabolica struttura che pensa solo a deturpare il territorio (Centropadane), costruiscono insediamenti logistici ed industriali sul piacentino.

“Non capiamo perché a Cremona  - afferma Adriano Bruneri, responsabile della CNA Fita di Cremona - debba essere vietato dare un senso al Porto ed alle future aree di Tencara. Non credo alla guerra tra territori, ma è necessario riflettere sui dati e sui fatti. Anni fa come associazione avevamo detto, chiesto ed auspicato che il traffico pesante continuasse a transitare sul ponte di ferro ad alcune condizioni: il divieto di passaggio veicoli eccezionali; l’istituzione di dissuasori della velocità e sanzioni pesantissime a chi avesse fatto il furbo infrangendo i divieti. A parte il primo punto gli altri non sono stati rispettati, perché? E’ una domanda legittima a cui non c’è per ora risposta”.

Infatti la diminuzione della velocità di percorrenza avrebbe consentito ai veicoli di transitare normalmente perché esiste una stretta dipendenza sull’elasticità del manufatto che è diversa tra frequenza di transito e velocità di transito. A parità di frequenza di passaggi se questi vengono effettuati a 30 km /h è diverso dall’effetto che avrebbero le stesse frequenze a 60 70 km /h.

“Non insistiamo su questioni che meriterebbero ben più di una riflessione – continua Bruneri - ma, ciò che vogliamo esprimere è che, proprio in virtù dei volumi di traffico censiti ed espressi, c’è la necessità di un terzo accesso (che ora diventa il secondo). Qualche dato lo vogliamo dare anche noi: 1300 passaggi al giorno equivalgono a oltre 3 milioni di km in più all’anno con un aggravio a carico delle imprese di 2/2,5 milioni di euro in più solo per consumi di carburante. Non ci paiono numeri da poco”.

E’ importante però capire ora come procedere. E’ possibile immaginare quali sarebbero le conseguenze di un incidente sul ponte del Po autostradale (accaduto anche recentemente)? Deviazioni obbligatorie, divieto di entrata dal casello, file interminabili senza alcuna alternativa per il traffico coinvolto?

“Siamo certi – conclude Bruneri – che la proposta di una tangenziale a doppio senso di marcia e a raso che, dalla località Cristo (tra Monticelli e Castelvetro), risolverebbe alcuni problemi ma la domanda che poniamo è: a cosa serve? Pur facendoci piacere lo sviluppo del piacentino, quella zona è già servita bene. Chiediamo almeno che le autorità locali si adoperino urgentemente per coinvolgere ANAS a deliberare immediatamente e temporaneamente l’utilizzo gratuito dell’autostrada nel tratto da Cremona a Castelvetro fino alla costruzione del terzo ponte perché al danno non si aggiunga la beffa.”

 

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