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RENZI RISCHIA TUTTO. FIDUCIA AL SEGRETARIO | M.Cazzulani

| Scritto da Redazione
RENZI RISCHIA TUTTO. FIDUCIA AL SEGRETARIO | M.Cazzulani

RENZI RISCHIA TUTTO. FIDUCIA AL SEGRETARIO | M.Cazzulani
Il senso del rischio o l'ambizione personale, la necessità di recuperare consensi con risultati concreti o la volontà di arrivare a Palazzo Chigi a tutti i costi. Le chiavi di lettura della decisione del Segretario Nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi, di sostituire il Premier Enrico Letta alla guida del Governo può essere si interpretata secondo punti di vista contrastanti, ma con un unico certo comune denominatore: il PD stavolta si gioca davvero tutto.

Durante il suo discorso alla Direzione Nazionale, Renzi ha dichiarato di non volere mettere da parte l'ambizione sua e del PD di cambiare il Paese. Quasi unanime è stato il Parere dei membri della Direzione, anche di quelli della minoranza cuperliana, che hanno dato il via libera con ampio mandato alla realizzazione del cambiamento nel Paese promesso dal Segretario, senza passare per il voto popolare.

Per la seconda volta, dopo l'Aprile 2013, il PD prende su di sé la responsabilità delle sorti del Paese per formare un Governo che dovrà trovare l'appoggio di un Parlamento costellato da forze politiche ostili ai democratici.

Letta, preso atto della mancata volontà del Movimento 5 Stelle di partecipare alla compagine di Governo ci è riuscito per qualche mese con il sostegno di Scelta Civica, più l'allora Popolo Della Libertà di Berlusconi prima e, poi, del Nuovo Centro Destra di Alfano.

Per Renzi, in un Parlamento pressoché invariato, non sarà facile trovare una maggioranza solida. Il Segretario del PD potrà sempre ricorrere al supporto di SC ed NCD, e potrà chiedere l'appoggio esterno di Forza Italia per approvare la nuova Legge Elettorale, ma sarà sempre costretto alla mediazione e al compromesso, sopratutto per passare le riforme contenute nel Jobs Act, che tanto serve all'Italia per arginare una disoccupazione dilagante.

Renzi, decidendo di rischiare ha spiazzato molti e deluso tanti, ma merita di essere sostenuto convintamente, se non altro per l'atto di coraggio che ha compiuto nel rischiare di compromettere la sua carica di innovazione pur di provare fin da subito ad apportare importanti cambiamenti ad un Paese in sofferenza.

Da portare all'approvazione non ci sono solamente la Legge Elettorale e il Jobs Act, ma anche la Riforma del Titolo V e il consolidamento dell'immagine del Paese in Europa per evitare una deriva greca dell'Italia. Da migliorare è anche un gradimento del PD che, come testimonierebbe la decisione rischiosa di accettare la guida del Governo, oggi porterebbe i democratici logorati da nove mesi di Grande Coalizione ad una sonora sconfitta in caso di elezioni anticipate.

È su questo che Renzi si gioca tutto. Se riesce ad approvare due o tre provvedimenti importanti, e riesce a comunicare ai cittadini la positività della sua azione di Governo -su questo porterebbe tornare utile la sua ben nota capacità comunicativa- allora il PD avrà vinto una battaglia che gli consentirà altri anni di Governo per continuare a modernizzare un Paese stanco. Se, invece, il Segretario democratico dovesse fallire, allora a pagare non sarebbe sia l'Italia, che, soprattutto il PD.

Renzi potrà anche essere un suicida, ma ora è solo dalla condotta del Governo e del suo Premier che dipendono le sorti del PD. Criticarlo a priori non fa bene né al Paese, né al PD.

Invece, è bene riporre fiducia nel gesto di indubbio coraggio di un Segretario che il Partito ha scelto come sua guida -e che una buona parte dei 3 milioni di elettori che hanno partecipato alle primarie ha votato con l'espresso desiderio di vederlo come Premier, e non solo come Leader del PD.

Per Renzi sarebbe stato forse più utile accettare un incarico a termine per passare la legge elettorale, e, successivamente, riottenere la guida del Governo con il voto popolare in un Parlamento a lui meno ostile. Tuttavia, il Segretario ha scelto diversamente, ed ha sicuramente le sue ragioni.

Da militante del PD che ha creduto nella sua carica innovativa non resta che riporre in lui una sincera e speranzosa fiducia.

Un ringraziamento va comunque a Letta, che durante la sua opera di Governo ha portato all'approvazione di provvedimenti importanti per la posizione internazionale dell'Italia come il gasdotto TAP: un progetto sostenuto dall'Europa che ci permetterà di diversificare le forniture di gas dal monopolio dell'Algeria e della Russia di Putin.

Matteo Cazzulani

Responsabile per i Rapporti del PD metropolitano milanese con i Partiti democratici e progressisti nel Mondo

2014-02-14

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