Si sta assistendo in Slovacchia ad uno strano fenomeno occupazionale di biforcazione. Se da un lato la disoccupazione è in crescita (13,69% a gennaio), si registra nel contempo un aumento del numero degli occupati. In base ai dati elaborati dall’Ufficio centrale per il lavoro, gli affari sociali e la famiglia (UPSVaR), il suo capo Ivan Juras spiega questo fenomeno con un aumento del numero di cittadini economicamente attivi. «L’attività economica dei cittadini alla fine del terzo trimestre del 2011 era la più alta dal 2004», ha detto Juras, facendo riferimento agli oltre 2.720.000 slovacchi che secondo l’Ufficio statistico slovacco erano attivi a fine 2011. Sono 73.000 più del 2004.
Il numero degli occupati ha raggiunto i 2,37 milioni alla fine del mese di settembre 2011, quasi 200 mila in più rispetto al 2004. «Dal 2004 il numero delle persone con un’occupazione è in continua crescita, salvo nel 2008 e nel 2010 quando 115.000 posti di lavoro furono cancellati», ha detto Juras ieri in conferenza stampa, che ha detto di vedere in questi dati un ridestarsi dell’economia, confortato dal fatto che «a confronto degli ultimi due anni, i deflussi dai registri dei disoccupati negli ultimi tre mesi sono i più grandi».
Secondo Juras, i maggiori aumenti di disoccupati sono stati causati dalla maggiore mobilità della forza lavoro dopo la recente modifica al Codice del Lavoro. Un trend positivo, ha detto, si può però riscontrare nella crescente attività delle imprese, e «gli Uffici del lavoro ci informano che sta crescendo l’interesse delle aziende ad assumere personale».
La disoccupazione è aumentata a gennaio dello 0,1% su base mensile, raggiungendo il 13,69%, un nuovo massimo dal giugno 2004 quando il tasso dei senza lavoro era al 13,91%.
