Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 04.14

Sprechi e inefficienze del sistema di teleriscaldamento

| Scritto da Redazione
Sprechi e inefficienze del sistema di teleriscaldamento

Distacchi utenze, bollette sempre più care, casi di morosità in costante aumento, rateizzazioni impossibili, le umiliazioni per i cittadini cremonesi durante questo inverno non sembrano avere  fine. Se dovessimo mettere su un piatto la richiesta dei cittadini di poter passare tutti un inverno dignitoso con un minimo di acqua, luce e gas in casa e sull'altro le soluzioni proposte dall'amministrazione e dalle aziende “pubbliche” di servizi, la bilancia rovinerebbe al suolo. Tutti i nostri appelli sono rimasti inascoltati e la resa politica che la giunta comunale ha dichiarato dicendosi impossibilitata a intervenire per "questioni di bilancio" è il culmine della beffa.

 

Ma bando alle tristezze: proprio in questi giorni LGH cambia sede spostandosi nel nuovo e costoso complesso in via dei Comizi Agrari e mentre noi rimaniamo "quote irrisorie del monte clienti" con l'acqua alla gola, LGH sembra vivere su un pianeta parecchio florido. In compenso la sua partecipata AEM invita i cittadini che chiedono la rateizzazione delle bollette a chiamare un numero a pagamento: un sentito grazie da parte di quanti sono già in difficoltà economiche.

 

Ma non è finita qui. Anche il teleriscaldamento sembra destinato a balzare ai disonori della cronaca cremonese come nuovo flagello delle fasce più deboli della popolazione che non riescono più ad arrivare a fine mese, fustigate da bollette sempre più salate. Qualche settimana fa alcuni abitanti delle case popolari di via Divisione Acqui si sono rivolti al Comitato per cercare un confronto e un appoggio,(in allegato la cronologia degli eventi e dei fatti) dato che si sono visti recapitare bollette del teleriscaldamento di 1000 e passa euro a trimestre. Evidentemente l'emergenza già esplosa mesi fa con il caso del complesso di Largo Pagliari si sta allargando a macchia d'olio e sarà impossibile nascondere anche questa sotto il tappeto.

 

Il teleriscaldamento doveva essere la soluzione migliore per le nostre case: più ecologico, più economico e più efficiente; invece a Cremona come altrove il sistema sta dimostrando di essere non solo ben poco ecologico, ma anche di avere costi a volte insostenibili, soprattutto per chi abita in complessi di edilizia popolare, che hanno impianti mal funzionanti e inadeguati per condomini mal coibentati e non costruiti secondo criteri di efficienza energetica.

 

Questa carenza di buona progettazione e gestione ricade come costo sui cittadini, direttamente (tramite bolletta) o indirettamente tramite i servizi sociali che devono tamponare le emergenze economiche, visto che sempre più persone si trovano indebitate fino al collo anche per colpa di questi sistemi al limite della truffa. Come è possibile tutta questa inefficienza? Come è possibile che nessuno si prenda la responsabilità di quanto sta succedendo? Perché nessuno denuncia e prende una netta posizione contro questa macchina degli sprechi?

 

Come Comitato Acqua chiediamo che il Comune di Cremona riconosca pubblicamente tutte le problematiche e individui delle via d'uscita concrete al problema teleriscaldamento in quei condomini pubblici dove i carichi in bolletta stanno diventando insostenibili e in cui abitano persone che sono già in gravi difficoltà economiche.

 

Alla luce delle problematiche che il teleriscaldamento sta comportando per queste famiglie, ci chiediamo su quali basi Comune e AEM continuino a pensare che il teleriscaldamento sia la soluzione migliore per l'edilizia pubblica a Cremona, dato che:

 

> La parziale alimentazione da inceneritore, fonte altamente inquinante, riduce a ben poco la valenza "ecologica" del teleriscaldamento. Inoltre, applicato a una rete di queste dimensioni, lo trasforma in un impianto inefficiente, con gravi ricadute economiche su tutta la comunità.

 

> Le bollette sono tutt'altro che chiare e trasparenti. Quantificare le dispersioni è un'impresa (e le dispersioni sono una voce molto impattante in bolletta) specie per chi abita in quegli edifici ALER che hanno molti appartamenti sfitti (se non addirittura interi piani, vedi Largo Pagliari) con alte dispersioni del calore e dunque costi indipendenti dal controllo e dalla volontà degli inquilini che vi abitano, ma che comunque vengono caricati sulle loro bollette.

 

> Il sistema si applica a una realtà abitativa mal gestita. Perché vengono lasciati così tanti appartamenti popolari sfitti, tanto più in questo periodo di crisi? Perché ci sono complessi come quello di Largo Pagliari con un intero piano terra in condizioni di abbandono e un primo piano non abitato, condizione che comporta costi di dispersione enormi per tutti gli inquilini del complesso? E' corretto che ai costi del calore effettivamente "prelevato" dagli inquilini vengano aggiunti in bolletta i costi fissi relativi alle dispersioni di tutta la rete dell'edificio anche quando viene lasciato parzialmente vuoto?

 

> Il sistema si applica in molti casi a realtà abitative mal realizzate. Come è possibile per esempio, come in Largo Pagliari, che i montanti e le tubazioni secondarie del teleriscaldamento siano prive di isolamento o solo parzialmente isolate? Chi doveva controllare la buona realizzazione dei lavori strutturali?

 

> L'esito in bolletta è spesso antieconomico. Nessuno ha pensato che se una persona richiede un canone calmierato probabilmente non si può permettere 300/400€ o più al mese di riscaldamento?

 

> Il sistema è rigido e toglie agli inquilini la possibilità di scegliere soluzioni alternative, realizzando un monopolio di fatto. Inquilini che si trovano stretti tra l'obbligo di utilizzare il teleriscaldamento e una azienda pubblica che si comporta con loro in modo vessatorio e ricattatorio, visto che quando sono in difficoltà a pagare le bollette non esita a tagliar loro tutte le forniture! Chi viene garantito in un accordo di fornitura di questo tipo: il cittadino o l'azienda?

 

A conti fatti viene il sospetto che il teleriscaldamento sia stata una delle tante scuse per costruire un inceneritore, per farne il revamping, per ampliarlo e sfruttarne la capacità di combustione. Tutto questo non certo a vantaggio di cittadini e ambiente (quali vantaggi? Pagheremo forse bollette dei rifiuti meno care?), ma per muovere denaro in certi consigli di amministrazione e in certi palazzi alla faccia dell'ecologia, dello sviluppo sostenibile e del portafoglio sempre più vuoto di tutti noi cittadini.

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