Sabato, 20 aprile 2024 - ore 04.22

Stragi nazifascite in Italia. Corada (Anpi) : non nascondere la verità

La ricerca storica, quando è condotta con criteri scientifici ed onestà intellettuale, è sempre da apprezzare. Spesso porta alla revisione di posizioni precedenti ed a precisazioni importanti.

| Scritto da Redazione
Stragi nazifascite in Italia. Corada (Anpi) : non nascondere la verità Stragi nazifascite in Italia. Corada (Anpi) : non nascondere la verità

È senz’altro il caso di una ricerca sulle stragi nazifasciste in Italia, durata alcuni anni e condotta da un gruppo di studiosi nominati congiuntamente dai governi italiano e tedesco e facenti capo essenzialmente a l l’Università di Pisa. Gli studiosi si sono poi avvalsi di 130 collaboratori locali, per la verifica ed il controllo dei dati.

Per quanto riguarda la provincia di Cremona è stato Giuseppe Azzoni a svolgere egregiamente questa funzione. Il lavoro ha portato ad un Atlante delle Stragi nazifasciste, ad un importante libro (‘Zone di guerra, geografie di sangue’, a cura di G: Fulvetti e P. Pezzino, edito da Il Mulino) e, per quanto attiene a Cremona e Provincia, ad una snella pubblicazione, a cura di Giuseppe Azzoni, che riporta l’elenco delle stragi da noi avvenute. I due testi, presentati alcuni giorni fa presso il circolo Arci ‘Signor ini’ di Cremona, sono disponibili in libreria e presso la sede d e l l’Anpi. È impossibile in questa sede entrare nel dettaglio, ma mi sembra importante riportare, in sintesi, alcuni risultati che sorprenderanno molti e che confermano, ed anzi aggravano, il giudizio storico-politico su nazismo e fascismo.

1) Anzitutto i numeri. La Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva parlato, nel dopoguerra, di 10.000 vittime civili in stragi condotte sul territorio italiano da nazisti e fascisti nel periodo che va dal settembre 1943 ai primi di maggio del 1945. Il numero preciso è in realtà di 23.720 in 5.616 episodi. Sottolineo che si tratta di vittime civili (donne, bambini, anziani, adulti disarmati) non di partigiani caduti combattendo.

2) Il ruolo della rappresaglia. È opinione corrente che le stragi fossero frutto di rappresaglie in seguito ad azioni partigiane. Ciò in molti casi è stato utilizzato come critica alla Resistenza: è vero, è stato detto anche in buona fede, le rappresaglie sono state feroci e spropositate, ma i partigiani avrebbero dovuto evitare di agire, a costo di far durare di più la guerra e permettere ai tedeschi di difendersi meglio dagli Alleati. Ebbene, ora si sa che le stragi per rappresaglia sono la minoranza: ‘solo ’ 5.000 morti sui quasi 24.000 accertati.

3) Quali furono dunque i motivi per la più gran parte delle stragi? Dai documenti, anche di parte tedesca ed anglo-americana, risulta che non fu per ‘la violenza profonda insita nella natura umana’, per ‘l’irrazionalità del ma l e’ o per ‘la violenza tipica di tutte le guerre’, come pure è stato sostenuto. La ragione di fondo è strategico-militare, di perversa razionalità, assolutamente consapevole: fare terra bruciata nelle zone a ridosso delle linee difensive tedesche, incutere terrore nelle popolazioni per evitare proteste e favorire i rastrellamenti al fine di inviare forza-lavoro in Germania. In sostanza, il nazifascismo ha condotto in Italia tre guerre: una contro gli Alleati, una contro i partigiani ed una contro la popolazione civile.

4) A questa ragione di fondo si aggiunge e si intreccia un disprezzo profondo per il popolo italiano, considerato di razza inferiore e traditore. Nelle stragi sono coinvolti anche reparti dell’esercito tedesco (che quindi non è esente da colpe, come molti hanno sostenuto), ma ad infierire maggiormente sono i più ideologizzati: SS, Gestapo e in genere i soldati più giovani e fanatici.

5) Ultimo aspetto: il ruolo dei fascisti italiani nelle stragi di quel periodo. Sembra incredibile, ma fino ai tardi anni ’60 non vi sono stati studi su questo aspetto. Poi qualcosa è stato scritto, ma solo verso la metà degli anni ’80 è emerso il ruolo centrale della Repubblica Sociale Italiana nella repressione dei civili. Gli studi di oggi precisano ulteriormente. Oltre alla totale adesione politica alle scelte tedesche, i fascisti italiani sono stati responsabili direttamente e da soli di oltre il 20% delle stragi e di un altro 14% in copresenza con i nazisti. Oltre un terzo delle stragi censite, anche se con meno vittime (circa il 15% del totale), è stata opera loro. La violenza fascista era meno ‘militare’ e generalizzata di quella tedesca, più specifica e politica (contro gli antifascisti, i renitenti alla leva, i parenti di partigiani), ma non meno grave.

Concludo. Quanto riportato non abbisogna di molti commenti. Il nazifascismo è stato un crimine e giustamente la nostra Costituzione lo condanna e ne vieta l’esaltazione. A tutti noi il compito di rispettare le vittime, condannare i colpevoli (idealmente, perché quasi nessuno ha pagato per i crimini commessi) e trasmettere la memoria di quanto avvenuto.

GIAN CARLO CORADA Presidente ANPI provinciale Cremona

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