Sabato, 05 luglio 2025 - ore 00.16

Torniamo sulla poesia di Silvio Ramat, uno dei massimi poeti viventi italiani | Vincenzo Montuori (Cremona)

Ramat ha scritto tantissimi volumi si poesia, da quella in versi liberi a veri e propri poemetti (si ricordi “Mia madre, un secolo”) dedicato alla madre.

| Scritto da Redazione
Torniamo sulla poesia di Silvio Ramat, uno dei massimi poeti viventi italiani | Vincenzo Montuori (Cremona)

Torniamo sulla poesia di Silvio Ramat, uno dei massimi poeti viventi italiani | Vincenzo Montuori (Cremona)

Ramat ha scritto tantissimi volumi si poesia, da quella in versi liberi a veri e propri poemetti (si ricordi “Mia madre, un secolo”) dedicato alla madre.

La sua vena poetica più efficace risiede, secondo me, nei testi brevi, dal sapore epigrammatico, a volte ironico, che spesso nel giro delle rime nascondono delle sottili verità.Tra essi ricordo un volumetto, “il Canzoniere dell’amico espatriato” che è formato da testi in quartine in genere a rima incrociata (ABBA). Leggiamone qualcuna:

 

Un giorno -certo- dovrai replicarmi

per le rime.Ritrarre in quattro versi

me che decanto i dieci nostri persi

anni, abile solo a farne carmi.

 

Sono gli oggetti a trascinarci via-

noi che crediamo di portar via loro-:

un fermacarte, un lume, un filo d’oro

o la vecchia poltrona della zia.

 

Una cascata, più che una valanga,

queste parole. N’è sorgente il cuore.

La rima destinata è con dolore.

Per il tuo bene, spero che tu pianga.

 

SILVIO RAMAT

 

Seguendo questa modalità dell’epigramma, ho scritto anch ‘io diversi testi che, sotto un velo ironico, nascondono smarrimenti e dubbi: vi riporto due esempi ricavati dal volume “Amore e disamore” del 2010:

 

I

 

La rosa che mi offri

domani è già avvizzita:

vita della mia vita,

che cosa posso farci?

 

Il bacio che m’inganna

sfiorisce sulle labbra:

che vuoi che me ne abbia

se a un altro tu già pensi?

 

II

 

Si comportava come un moroso

che, per tutta la vita,

abbia un conto in sospeso

 

Chiedeva sempre: “Ha scritto qualcuno,

forse telefonato”?

All’evidenza non si arrendeva:

mai nessuno lo aveva cercato.

 

VINCENZO MONTUORI

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